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USA e sigarette elettroniche: i giovani genitori le ritengono meno dannose delle normali sigarette

Molti giovani adulti americani, tra cui diversi genitori, reputerebbero le sigarette elettroniche meno dannose per la salute propria e di chi li circonda, rispetto alle sigarette classiche.
Questo è quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Tobacco Control Unit, Department of Psychology della Mississippi State University, presentato nel corso del meeting annuale della Pediatric Academic Societies (PAS) tenutosi a Vancouver il 4 maggio scorso.
La ricerca è stata condotta su un campione di 3250 soggetti adulti ai quali è stato somministrato un questionario teso ad identificare le relative abitudini di fumo. Il 9% di loro aveva un'età compresa tra i 18 e i 24 anni ed il 22% era genitore. Tra questi ultimi, il 13% ha dichiarato di aver provato la sigaretta elettronica almeno una volta e il 6% di averlo fatto negli ultimi 30 giorni. Di questi, il 45% e il 49% rispettivamente ha affermato di non essere un fumatore abituale delle normali sigarette.

^{Riguardo alle principali ragioni che avrebbero inciso sulla scelta di fumare le e-cigarette, il 79% ha detto di ritenerle meno dannose per la propria salute, l'81% meno pericolose per chi lo circonda, il 76% le ritiene maggiormente accettate dai non fumatori mentre il 72% le fumerebbe in quanto utilizzabili in luoghi dove normalmente vigerebbe il divieto di fumo}. In aggiunta, il 62% dei giovani adulti ha detto di fumare le sigarette elettroniche con l'obiettivo di smettere di fumare.

Quanto emerso porta i ricercatori ad evidenziare due dati allarmanti: l'opinione diffusa che usare questo tipo di dispositivo non arrechi danno a terze persone, nonostante manchino evidenze scientifiche in tal senso e il fatto che quasi il 50% di chi fa uso delle sigarette elettroniche sia tradizionalmente un non fumatore. Quindi le e-cigarette potrebbero contribuire a creare una nuova forma di dipendenza primaria da nicotina, su cui si dovranno auspicabilmente concentrare i futuri studi.

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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)