USA: studenti sottoposti a controlli anti-alcol prima delle lezioni. E in Italia?
alcol giovani
Di fronte al cancello della scuola la polizia stradale con tanto di "palloncino" e kit per l'esame delle urine: è la scena che si troveranno davanti gli 800 studenti della scuola superiore Pequannock Township High, negli Stati Uniti.
L'iniziativa non è partita da un dirigente scolastico bensì è la ferrea applicazione di un provvedimento adottato nel distretto scolastico del New Jersey, destinato a essere applicato anche nelle altre scuole dello Stato.
E infatti il New Jersey non è l'unico stato americano che fa questi controlli, anche nel Montana avvengono già, ma va considerato che in America l'uso di alcolici sotto i 21 anni è proibito dalla legge e poi ci sono anche i controlli anti droga: se ti beccano sei espulso da scuola. Queste iniziative rientrano in un filone legislativo che fa del proibizionismo un modello di riferimento preciso. Ovviamente in prima fila a protestare ci sono gli studenti accompagnati dai militanti per i diritti civili. Dall'altra parte invece ci sono i dirigenti scolastici e la maggioranza dell'opinione pubblica, che ricordano i tanti funerali di ragazzi morti per colpa dell'alcol.
E l'alcolismo giovanile è un problema serio anche qui da noi.
Ma nelle scuole di casa nostra, che cosa provocherebbe un'iniziativa del genere? Qui da noi l'assunzione di alcol per i minori non è vietata come in America, ma si potrebbe controllare l'eventuale assunzione di sostanze stupefacenti, visto che a quanto pare c'è spaccio di cocaina in tre scuole su cinque. Ci si deve concentrare sulle ricerche mediche che indicano i grandissimi pericoli dell'abuso di alcol e droghe o sui comportamenti privati degli individui e la loro libertà di scegliere cosa fare del proprio corpo, anche di distruggerlo? Magari si potrebbero impiegare risorse e mezzi fuori dalle discoteche e dai concerti, dove non sono solo alcool e droga a sballare i ragazzi ma anche la musica ad altissimo volume e le luci psichedeliche. E' un insieme di fattori e circostanze che possono innescare il pericolo e comunque non sarà certo la paura di test a fermare chi si vuole prendere una sbronza con gli amici. E poi è così facile non farsi beccare e il proibire e controllare serve solo a rendere i ragazzi più prudenti e furbi ma non a fermarli.
E' comunque necessario bloccare quelli che si mettono al volante ubriachi o sotto l'effetto degli stupefacenti, e questo però non riguarda solo i giovani, perché di droga ed alcool fanno grande uso anche i cosiddetti "adulti". E se è vero che la repressione può ottenere ribellioni ed esiti violenti, solo educare con le parole che entrano da un orecchio e escono dall'altro purtroppo non basta ma è un dato di fatto che in Italia vivremmo male
anche dei controllori posti davanti ai locali per requisire i veicoli a chi è ubriaco. Vi immaginate che botte da orbi?! Sarebbe un delirio!
Purtroppo però secondo i dati Istat il consumo di alcol è notevolmente aumentato toccando picchi sorprendenti tra i quattordicenni e le ragazze. E' possibile stimare a 300mila maschi e oltre 160mila femmine tra i 14 e i 17 anni il numero dei giovani maggiormente a rischio, in quanto bevitori di amari e liquori, le bevande a più alta gradazione. Il fenomeno risulta sempre più sganciato dal modello culturale "mediterraneo" caratterizzato dal bicchiere di vino a tavola, e si sta sempre più orientando verso un modello di consumo del bere per ubriacarsi, o di ponte d'accesso verso l'uso di altre sostanze stupefacenti.
Nell'immaginario collettivo dei giovani, per di più, l'alcol non viene percepito come un fattore di rischio, tutt'altro: il bere viene associato a momenti di gioia e di benessere. Inoltre la cultura del bere trova un potente alleato nei media e i ragazzi si atteggiano ad imitare, magari involontariamente, i protagonisti della finzione cinematografica. Oltre alla pubblicità diretta delle bevande alcoliche la televisione e i media propongono il consumo di alcol associandolo a situazioni di convivialità e a protagonisti con personalità positive contribuendo a normalizzare l'uso di alcolici.
Da un' indagine su film e telefilm andati in onda sulle reti televisive nazionali, allo scopo di quantificare la promozione occulta del consumo di alcol nella programmazione dei palinsesti televisivi è emerso che l'alcol è presente sullo schermo ogni 13 minuti e che viene sorseggiato da personaggi "positivi", che comunque risultano simpatici allo spettatore. Ma L'alcol purtroppo è un nemico ed è la prima causa di morte tra i giovani: un decesso su quattro, tra i ragazzi tra i 15 e i 29 anni, per un totale di 55mila morti l'anno a causa di incidenti automobilistici, avvelenamento, suicidio indotto dall'alcolismo, e omicidi.
Forse bisognerebbe provare ad arginare il problema anche da noi in Italia, e non soprattutto con la coercizione come in America ma attraverso un lavoro di concerto di tutti i soggetti pubblici impegnati nella tutela della salute, che dovrebbero, attraverso strumenti di comunicazione validi come cartelloni, depliant, opuscoli, questionari, siti Internet, raggiungere tutti i luoghi di ritrovo giovanile: scuole, pub, discoteche, concerti e incidere efficacemente per modificare stili di vita dannosi. Giada Giannini