Uscire dall'alcolismo grazie all'auto-mutuo aiuto: testimonianze
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Viaggio nel mondo delle dipendenze: l'alcolismo
AOSTA. «Ho bevuto per vent'anni. I primi tempi reggevo bene data la giovane età. Negli ultimi periodi ho vissuto un vero calvario. Problemi
di equilibrio, di annebbiamento mentale, di aggressività. L'incontro con gli Alcolisti Anomini mi ha restituito la libertà di scegliere la
mia vita». Lorena, di Aosta, racconta la sua schiavitù. Il confronto quotidiano con l'alcool per un tempo lungo, ma non abbastanza da rendere questo dramma irreversibile.
«Un giorno, dopo una abbondante bevuta - riprende - mio figlio mi ha trovata sdraiata sul pavimento. Ero disperata, assillata dalle mie
manie. Bevevo per sentirmi sicura. Per sfuggire alle difficoltà della vita. Per superare la timidezza. Durante la settimana - dice Lorena -
mi contenevo. Non volevo perdere il lavoro. Il sabato e la domenica recuperavo alla grande. Era diventata un'ossessione. Non riuscivo a fare
a meno di scolarmi bicchieri e bicchieri di vino».
In "A.A." conosce lo "sponsor", figura di sostegno indispensabile per avviare il percorso di riabilitazione fisica, ma soprattutto psichica.
«Mi ha rassicurato, facendomi trascorrere il primo week end senza alcool». Lorena ricorda anche le prime 24 ore in sobrietà, dopo anni di
mortificante conflitto. E, oggi, gioisce del trionfo sull'insidia dell'alcol, un compagno subdolo. L'euforia delle prime volte si trasforma,
dopo poco tempo, in un vero incubo. «Da un anno e mezzo, vado a ballare, partecipo a feste, alla vita sociale, sorseggiandomi ottime bibite».
«Il nostro programma - dice Silvio, referente degli Alcolisti Anonimi area Valle d'Aosta - si articola sui "12 passi". Ovvero,
dall'accettazione di essere un alcolista, passando attraverso l'ammissione della propria impotenza di fronte all'alcol, all'autoanalisi,
all'avvio di un percorso di cambiamento, al recupero delle relazioni con il prossimo fino alla divulgazione del messaggio ad altri alcolisti,
mettendo in pratica, ogni giorno, quei principi appresi nei passi precedenti». Puntualizza: «La filosofia dell'alcolista si sintetizza in
"Ieri, oggi, domani". Non bere oggi. Domani si vedrà. Fallo per te stesso».
Alla cura della spiritualità è attribuita un'importanza fondamentale. Spiritualità intesa come continuo lavoro sul proprio Io, indispensabile
per fortificare la mente e abbandonare facili tentazioni. Il noto canto delle Sirene di Ulisse in grado di ammaliare per, poi, far ripiombare
chi lo segue nell'abisso della dipendenza. «Esula dal Credo religioso di ogni persona - sottolinea Silvio -. Gli Alcolisti Anonimi non
fondano l'accoglienza su basi religiose, politiche, morali. Soprattutto, non giudichiamo, ma lavoriamo con chi interiorizza di essere un
alcolista e chiede aiuto».
Lo stesso Silvio, succube dell'alcool per vent'anni, dopo un periodo in Comunità, ha conosciuto gli "A.A.". Da dieci anni ha chiuso con
un'esperienza devastante, riconquistando dignità e affetti famigliari. «Il nostro programma - dice - è seguito da molte altre associazioni.
La sua efficacia è consolidata».
Luigi, di Aosta, ne sa qualcosa. Per seguire la perversa attrazione esercitata dall'alcool è arrivato a lasciare la famiglia. Ha convissuto
con vino e superalcolici da 17 a 42 anni. «Non mi interessava null'altro che il bere. Per me - ammette - non era un problema. Stavo bene. Ho
attraversato le tre fasi che "regala" il bicchiere stracolmo. L'allegria, l'astinenza, il delirio». Racconta del suo ricovero in ospedale e
di essere fuggito per andare a bere «un tubo di rosso. Ringrazio ancora oggi quel medico - dice Luigi - che, per la prima volta, mi ha
parlato degli Alcolisti Anonimi. Anche se io non mi sentivo ancora un alcolizzato. Ma dopo sei mesi di perdita completa della cognizione
delle mie azioni ho capito di essere arrivato al capolinea. Mi sono affidato all'associazione e in due settimane sono riuscito ad azzerare
venticinque anni di dedizione all'alcool». Luigi, "percorre", con grande convinzione, i "12 passi" del programma, riuscendo, in tre mesi, a
ritornare l'uomo sobrio, responsabile, affabile e cordiale di sempre. «Ho rivisto la famosa "nuvoletta rosa" - dice -. Quando compare sei un
altro uomo. Ho riallacciato i rapporti con la famiglia e adesso sono un nonno felice».
Esperienze e testimonianze di chi ha vissuto l'angoscia della dipendenza da sostanze alcoliche sono illustrate nel bimestrale "Insieme",
rivista scritta dai protagonisti di "A.A.", associazione con Gruppi, oltre che ad Aosta, a Saint-Vincent, Saint-Etienne, nella parrocchia di
St.Martin e il Punto di Incontro nelle scuole elementari di Arnad. La sede di Aosta, istituita nel 1980, è al CSV, in via Xavier de Maistre.
Nel mondo, A.A., fondata nel 1935, negli Stati Uniti, conta più di 100 mila Gruppi.
«Al termine di ogni riunione - dicono gli Alcolisti Anonimi - ci prendiamo per mano, rivolgendoci a Dio con questa preghiera. "Signore,
concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso e la saggezza di conoscerne la
differenza"».
Sandra Lucchini
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)