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News di Alcologia

Uso, abuso, dipendenza: ecco cosa rischiano i nostri ragazzi

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É allarme per la tendenza al consumo eccessivo di alcol, soprattutto da parte dei giovani. Su un totale di alcoldipendenti, la tendenza all'aumento appare ancora più evidente con riferimento ai soli nuovi utenti di 20-29 anni , che passano dal 10,7% del 1998 al 14% del 2004; in questa fascia di età si rileva la crescita maggiore nel tempo, a partire dal 1996.
Quando si parla di alcol, le criticità maggiori sono ascrivibili proprio ai giovanissimi.
Oltre 740 mila minori sono consumatori a rischio. Tra i ragazzi 11-15enni, 1 ragazzo su 5 è un consumatore a rischio; tra i 16-17enni, 14 minorenni su 100 bevono secondo modalità rischiose. Inoltre la quota delle ragazzine a rischio 11-15enni al di sotto dell'età legale (16,8 %) supera il valore della media nazionale delle consumatrici a rischio (7,8 %) .
Oltre 700.000 18-24enni risultano a rischio. Tutti i comportamenti a rischio sono più diffusi tra i maschi che non tra le femmine.
Sono dati che emergono dal report Consumi di alcol e impatto alcol correlato elaborato da Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS, Istituto Superiore di Sanità e Centro OMS Ricerca Alcol nell'ottobre 2008.
L'adolescente è un soggetto alla ricerca di un'identità ma allo stesso tempo vuole scappare dal limite che assumersi un'identità comporta. In questo percorso evolutivo, l'uso di sostanze psicoattive illegali può assumere il significato di rinforzo delle difese narcisistiche: l'uso sperimentale si protrae quanto più si percepiscono gli effetti rinforzanti della sostanza assunta. L'alcol diviene così, agli occhi dell'adolescente, un mezzo efficace per proteggere e rinforzare l'autostima, regalare la sensazione di un dominio sulle proprie ansie sociali e sui sentimenti depressivi, e appare anche talora in sintonia con alcune caratteristiche del nostro tempo e del nostro modo di vivere la vita (velocità, consumismo, efficienza, rischio).
Il gruppo. Gioca un ruolo determinante. La costruzione dei legami con il gruppo diviene un patto che ha uno straordinario potere decisionale sulla vita psichica dei suoi membri e nasce dal bisogno di compiere in compagnia il "viaggio" della crescita. Il gruppo di pari allenta i vincoli familiari e costruisce la nuova famiglia sociale di riferimento. Uno dei compiti primari degli adulti nei confronti degli adolescenti può allora essere sostenere la speranza e promuovere le competenze. Ma come? "In una società adulta dove sembra venire a mancare ogni paradigma valoriale di riferimento -ha dichiarato il presidente della C.O.I.R.A.G., Claudio Merlo-, ci sono metodi alternativi che insegnano ai nostri ragazzi a costruire e progettare insieme il proprio percorso di vita. Senza paura".La Peer Education. L'educazione tra pari rappresenta uno dei più significativi modelli di lavoro con e per gli adolescenti, in quanto basa i propri presupposti teorico-metodologici sul riconoscimento e sulla valorizzazione del ruolo centrale che il gruppo riveste lungo il cammino evolutivo adolescenziale, strutturandosi come modello per lo sviluppo di strategie di prevenzione dei comportamenti a rischio e divenendo un'occasione, a disposizione dell'adolescente e del gruppo di pari, per discutere liberamente.
E di disagio adolescenziale e metodi di prevenzione del rischio si discuterà al 17mo Congresso Internazionale Gruppi in Tempo di Conflitti che si terrà a Roma dal 24 al 29 agosto 2009. Esperti ed ospiti di livello internazionale affronteranno le grandi questioni globali che hanno una diretta influenza sui singoli individui e sulle società, analizzando quelle istanze sociali e culturali e i loro effetti sulla vita di tutti i giorni.