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Valutazioni sulla vendita di alcol ai minori

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«Vendita di alcol ai minori, serve una legge più soft»

Una legge più soft per limitare l'alcol ai minori e nel contempo evitare il rischio di vandalismi e disordini in giro per la città. E’ il succo della proposta avanzata dal direttore della discoteca Club Max di via Laghetto, Felix Taschler, che ha da breve terminato un'impegnativa ristrutturazione del locale da ballo più amato in città per far fronte all'irrigidimento delle regole relative alla vendita di alcolici ai minorenni.

La discoteca brissinese ha da poco compiuto 18 anni ed è stata direttamente interessata dalla nuova legge sul divieto di somministrazione di alcol ai minori. Così, il locale si è dovuto adeguare per permettere ai sedicenni di continuare a popolare il locale, evitando loro di consumare delle bevande alcoliche.

Ma come fare per distinguere giovani minorenni da quanti invece i 18 anni li anno compiuti e di conseguenza hanno diritto a richiedere una bevanda alcolica al bancone? Semplice, all'ingresso del locale, da qualche settimana, tutti i clienti che hanno compiuto il 18esimo anno di età vengono identificati consegnando loro un braccialetto con il quale possono avere accesso alle bevande alcoliche nei vari punti bar distribuiti all'interno del locale da ballo. Ai minorenni niente braccialetto identificativo e così i baristi possono sempre sapere quando e a chi possono servire birre e mojiti senza problemi.

Ma la questione non si risolve in modo così immediato, e Taschler, in effetti, non è molto soddisfatto di questa nuova legge che, di fatto, condiziona la “vita” della discoteca e crea una serie di conseguenze.

«Da sempre, a Bressanone come in altre realtà dell'Alto Adige, abbiamo grossi problemi legati alla cultura del bere a cominciare dai giovanissimi – spiega Taschler – Se prima dovevamo fare attenzione a non far entrare i minori di 16 anni, ora il nostro lavoro è raddoppiato, perché dobbiamo anche preoccuparci che i giovani dai 16 ai 18 anni non bevano alcolici. Questo porta a una conseguenza quasi logica: molti fra i minorenni si organizzano per “fare rifornimento” di birra, vino e superalcolici nei vicini supermercati dove non c'è alcun controllo relativo all’età del cliente. Acquistano lì bottiglie e lattine per ubriacarsi nei parchi e nei parcheggi intorno al centro e alla discoteca e cercare così lo svago. Se prima avevamo questo problema con i giovani dai 14 ai 16 anni che non potevano bere alcol ed entrare in discoteca, ora il problema si allarga alla fascia di età dai 14 ai 18 anni. Risultato? I vandalismi, le risse e i danneggiamenti in città e intorno alla discoteca potrebbero aumentare proprio per questi gruppi di giovani difficilmente controllabili. Sarebbe quindi il caso di inserire una variante più soft alla, dando per esempio a chi ha dai 16 al 18 anni la possibilità di bere bevande con un tasso alcolico fino ai 20 gradi, come birra o vino, evitando i superalcolici».

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)