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Vanderbilt University: il consumo di ecstasy provoca alterazioni cerebrali croniche

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Il consumo di ecstasy provoca alterazioni cerebrali croniche

L'uso ricreazionale di ecstasy (MDMA) nei modelli animali ha mostrato una perdita di assoni serotoninergici. L'effetto della sostanza nel

cervello umano rimane tuttavia ancora controverso. I ricercatori della Vanderbilt University (Tennesse) e Institute for Neurodegenerative

Disorders (Connecticut) hanno utilizzato una Tomografia a Emissione di Positroni (PET) specifica per determinare il grado di occupazione

recettoriale della serotonina (serotonin2A receptors) mediante l'uso del radioligando 18F-setoperone33. La metodica è stata in grado di

rilevare i sistemi recettoriali della serotonina in donne consumatrici di ecstasy, ma da lungo tempo astinenti. L'obiettivo della ricerca è

stato determinare se il consumo di MDMA sia associato a una riduzione cronica del rilascio di serotonina nella corteccia cerebrale, così come

documentato da un aumento dei recettori serotininergici. Quattordici donne astinenti da almeno novanta giorni sono state confrontate con

dieci donne di controllo non tossicodipendenti. Le donne che hanno consumato MDMA mostrano un aumento dei recettori serotonin2A nelle

regioni occipito-parietali (19.7%), temporali (20.5%), occipito-temporo-parietali (18.3%), frontali (16.6%) e fronto-parietali (18.5%). L'uso

nel corso della vita di MDMA è risultato inoltre positivamente associato a un aumento dei recettori nelle regioni frontoparietali,

occipitotemporali, frontolimbiche e frontali. Non vi sono correlazioni inversamente associate tra uso di MDMA e presenza di recettori e

neppure un rilevante effetto della durata dell'astinenza dall'ecstasy sul livello dei recettori serotonin2A. L'assunzione di MDMA ha quindi

un effetto neurotossico cronico sul sistema serotoninergico, un importante fattore di neurotrasmissione cerebrale. L'ampio uso ricreazionale

della MDMA ha quindi notevoli implicazioni sulla salute pubblica, viste le croniche conseguenze neurotossiche della sostanza sul sistema

cerebrale dell'uomo.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)