Varese: "Addio" alle festa della birra e al vin brulè?
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Un disegno di legge già approvato in Senato stabilisce il divieto di vendita di alcolici su spazi e aree pubbliche. I rappresentanti degli ambulanti sperano che cambi alla Camera
Varese news 18 giugno 2009
Festa della birra e vin brulè nei mercatini natalizi a rischio? Forse, ma non solo. In agitazione ci sono anche i mercati coperti e scoperti, i chioschi come quelli fuori dagli stadi, le fiere e in generale tutti gli ambulanti. Nel disegno di legge approvato il 10 giugno scorso dal Senato (Legge comunitaria 2008 - 1078B) l'articolo 23 (comma 2) stabilisce infatti il divieto assoluto di vendita e somministrazione di alcolici su spazi e aree pubbliche. Insomma, se la legge dovesse essere approvata così come è ora anche alla Camera, gli ambulanti che venderanno alcolici fra cui anche vino e birra fra le 7 e le 24 potrebbero ricevere una multa da 2mila e 12mila euro, cifra che salirebbe anche a 30mila fra le 24 e le 7. Vietata anche la vendita attraverso distributori automatici.
«Ciò risulta assurdo nei confronti della categoria del commercio su area pubblica - commenta Ilario Pilucchi, presidente varesino di Anva Confesercenti (Associazione nazionale venditori ambulanti) - in quanto applica criteri fortemente discriminanti».
Attualmente la materia è regolata da un decreto legislativo del 1998 (art. 30, comma 5, D.Lgs. 31 maggio 1998 n. 114) che prevede il divieto di vendere sulle aree pubbliche bevande alcoliche, ad eccezione di quelle contenute in recipienti chiusi. «Questo - spiegano Anva Confesercenti e Fiva (Federazione Italiana Venditori Ambulanti) - interessa anche la miriade di fiere e sagre, feste e raduni popolari in occasione delle quali, se passasse la norma in oggetto, non si potrebbero più somministrare né vendere, insieme a prodotti di veloce consumazione (quali panini, tramezzini, ecc.), le bevande a bassa gradazione alcolica. Non solo: con l'approvazione della norma, risulterebbe anche vietata, in occasione di manifestazioni in cui si promuovono la produzione ed il commercio di prodotti tipici locali, la vendita dei vini in bottiglia».
Secondo il coordinatore nazionale Anva Adriano Ciolli si tratta comunque di un "errore di calcolo". «Credo che non avessero capito del tutto la portata di una legge di questo tipo. Forse si sono basati sul comportamento di alcuni ambulanti abusivi e non su quello degli ambulanti con regolare licenza, come sono io o quelli dei 134 mercati coperti di Roma». I rappresentanti degli ambulanti si sono comunque già mossi per cercare di evitare l'approvazione della legge così come è ora. « Esprimiamo il nostro dissenso e la nostra protesta per una palese discriminazione nei confronti dell'attività su Area Pubblica e chiediamo un intervento urgente per la cancellazione di questo aberrante secondo comma dell'art. 27 - spiega l'Anva -. Abbiamo già chiesto in proposito un incontro alla Commissione Parlamentare competente e inviato con la FIVA una nota per esprimere la nostra contrarietà ad un provvedimento che, se approvato anche dalla Camera, produrrebbe danni notevoli fino a provocare la chiusura di molte attività sia del commercio su area pubblica che chioschi, mercati di Natale, feste della birra, mercati dei coltivatori per ciò che riguarda la vendita di produttori di vino, mercati e fiere delle tipicità regionali, festival del cibo di strada e così via».