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Varese: è allarme gioco d'azzardo

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Sempre più persone malate di videopoker, bingo e scommesse sportive. L'allarme arriva dall'associazione varesina "And"
VARESE - È allarme a Varese per il gioco d'azzardo. Sono sempre più i malati di scommesse sportive, videopoker, casinò, bingo e lotto. Uomini e donne travolti dalla "febbre" del gioco, giovani e meno giovani che arrivano a scommettere centinaia di euro la settimana, persino l'intero stipendio, finendo sommersi dai debiti. Il più delle volte, queste persone si ritrovano sole, abbandonate dai familiari, esasperati da continue tensioni e bugie perché una volta che si finisce nel baratro del gioco si arriva a mentire pur di continuare a scommettere.
I dati che arrivano dall'associazione varesina "And" (Azzardo e Nuove Dipendenze), che da anni gestisce lo sportello "Gioco d'azzardo problematico" di via Maspero a Varese, sono preoccupanti. In città, secondo le stime, i giocatori cosiddetti "patologici", ossia coloro che hanno perso totalmente il controllo della situazione, sono tra l'1 e il 3% della popolazione. Se si considera l'intera provincia di Varese le persone "dipendenti" dal gioco sono circa 8mila. Ciò vuol dire, in termini statistici, che una persona su 100 nel Varesotto è vittima dell'azzardo. In realtà, il problema è ben più grave di quanti si pensi perché sono in tanti a non ammettere o, peggio ancora, a nascondere di essere diventati degli incalliti giocatori. E così, a rivolgersi alla struttura di via Maspero sono spesso i familiari. 
"I primi tempi - spiega Roberta Smaniotto, psicologa e psicoterapeuta dell'associazione And - il nostro centro era aperto solo una volta ogni quindici giorni, adesso abbiamo 2 colloqui alla settimana che, solitamente, si tengono il mercoledì. Le telefonate arrivano però ogni giorno. Abbiamo anche uno sportello a Samarate e stiamo pensando di aprirne  un terzo nel distretto di Gallarate proprio per far fronte alle numerose richieste d'aiuto". "Purtroppo - continua - i giocatori d'azzardo sono in aumento perché le occasioni di gioco continuano a crescere. Slot machine nei bar, gratta e vinci ovunque, per non parlare delle scommesse on line e della vicinanza ai casinò. Il problema non è solo il danno economico. Per giocare queste persone arrivano a perdere intere giornate di lavoro, con ripercussioni sulla vita familiare". Ad aggravare la situazione vi è il fatto che il Varesotto, al confine con la Svizzera, a pochi passi dalle case da gioco del Canton Ticino, offre ai giocatori opportunità a non finire, creando in molti casi dei "pendolari" dell'azzardo.
"La maggior parte delle richieste  d'aiuto - precisa la psicologa - riguardano persone con un'età che va dai 35 anni in su, ma il gioco d'azzardo sta contagiando sempre più anche i giovanissimi. Il vero problema - aggiunge  - è che spesso arrivano da noi quando è ormai troppo tardi, quando la situazione è davvero complessa da recuperare".  Difficile, dunque, guarire da quella che è una vera e propria malattia. "E' un percorso faticoso - conclude - ci vuole grande costanza sia da parte del giocatore, visto che le tentazioni sono dietro l'angolo, sia da parte dei familiari che devono stargli vicino".