Vedo e bevo
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I giovani più esposti a contenuti "alcolici" hanno un rischio maggiore di iniziare a bere. Uno studio inglese su BMC Public Health
GALILEO
Più i ragazzi sono esposti alla pubblicità di bevande alcoliche maggiore la loro probabilità di iniziare a bere, anche in giovanissima età. Lo indica una ricerca che ha valutato i risultati ottenuti da diversi studi su un totale di oltre tredicimila giovani, pubblicata da Lesley Smith e David Foxcroft della Oxford Brookes University (Regno Unito) sulla rivista ad accesso libero BioMed Central Public Health. Lo studio è stato promosso dall'Alcohol and Education Research Council (Aerc).
Grazie a database elettronici, i due ricercatori hanno analizzato gli studi reperibili in digitale che fino al 2006 avevano trattato dell'effetto di spot e programmi televisivi sul comportamento degli adolescenti, evidenziando oltre 900 potenziali articoli scientifici. Da un'ulteriore selezione basata sulla solidità delle indagini, sono arrivati a esaminare nove pubblicazioni relative a sette diversi studi riguardanti una popolazione totale di quasi 13.300 ragazzi di età compresa tra i 10 e i 26 anni - cinque di questi erano stati eseguiti negli Usa, i restanti in Belgio e Nuova Zelanda. Ogni ricerca si basava su diversi metodi di analisi per valutare l'esposizione ai contenuti "alcolici" e il comportamento, tra cui questionari, interviste faccia a faccia e telefoniche assistite da un computer. Era esaminata l'esposizione diretta, come la semplice visione di pubblicità di bevande alcoliche in tv o sui giornali, ma anche quella indiretta, come le offerte proposte dai negozi sugli alcolici o la rappresentazione di chi beve nei film, nei video musicali e nei programmi televisivi.
L'analisi degli studi, secondo gli autori, dimostra che i giovani più esposti alla pubblicità, a prescindere dalla loro età, iniziano a consumare alcolici con maggiore probabilità. Ma i ricercatori aggiungono che un peso determinante viene anche da fattori di rischio come l'esempio dato dai propri compagni, nonché le attitudini e i comportamenti dei genitori. Fattori non tenuti in adeguata considerazione in alcuni degli studi esaminati.