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Vendita di alcolici in ospedale: il Tribunale del malato si dichiara contro

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Il tribunale del malato è contro la vendita di alcolici in ospedale

In discussione il project financing e le regole per la vendita di bevande all'ospedale
Il coordinatore regionale: «Il sindaco di Santorso può vietarla»


Una revisione del project financing a livello regionale, la cancellazione del ticket del parcheggio e l'eliminazione delle bevande alcoliche dal listino del bar dell'ospedale. Giuseppe Cicciù, coordinatore regionale del Tribunale dei diritti del malato non ha dubbi: sono questi i tre obiettivi-chiave da raggiungere, in tempi, brevi, per evitare che i diritti delle persone che ricorrono alle cure del nuovo ospedale vengano calpestati. E invita all'azione anche la politica locale, affinché si esprima in modo deciso, magari attraverso ordinanze ad hoc. Una campagna portata avanti a suon d'incontri ai vertici; l'ultimo, in ordine di tempo, con il direttore generale dell'Ulss 4 Ermanno Angonese. «Non si riesce proprio a capire perché questo contratto di project financing, elaborato ancora nel 2006, non possa essere rivisto in chiave attuale», commenta. «Ci sono degli aspetti che non possono essere accettati, come il ticket del parcheggio o la vendita di alcolici nel bar interno della struttura ospedaliera». Tra i temi caldi, e che ha creato una animata discussione, proprio la distribuzione di bevande a grado alcolico. «L'alcol - precisa - provoca 25mila morti ogni anno, com'è possibile che venga distribuito in una struttura di cura? Siamo davanti a un controsenso lampante». «Il malato ha il diritto di poter contare su un ambiente orientato alla salute e l'ospedale è un luogo ricco di valore simbolico, che va rispettato. Si è detto che dalla vendita di alcolici dovrebbero essere ricavati circa 70 mila euro. Chi l'ha detto? E come possono essere pretesi?». Cicciù chiama in causa anche gli amministratori locali. «La risposta deve essere politica, prima che amministrativa. Personalmente mi sono già impegnato nel portare avanti, in tutti i modi, questa battaglia. Ho già incontrato il direttore generale Angonese, che si è detto preoccupato per la questione, ma anche vincolato dal contratto». «A questo punto, allora, serve un lavoro complessivo. Ad esempio, perché il sindaco di Santorso, massima autorità sanitaria del Comune, con un'ordinanza non decide di vietare la vendita di alcol nelle strutture sanitarie del territorio? Sarebbe un messaggio forte». Il rappresentante del Tribunale dei diritti del malato si dice preoccupato anche per i costi del nuovo ospedale. «Ho già detto più volte che il project va rivisto, perché così com'è strutturato, con le spese che comporta, rischia di togliere risorse che dovrebbero invece essere destinate ai servizi sanitari diretti ai cittadini. Mi attiverò anche in Regione per questo».


Alessia Zorzan


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)