Venezia: considerazioni sul problema della vendita di alcolici agli adolescenti
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Bar ma anche supermercati. Non è difficile, almeno a Venezia, per un minorenne anche se frequenta ancora le medie e quindi ha
appena tredici-quattordici anni acquistare superalcolici. Non parliamo poi di birra o di vino. Spesso, infatti, è più facile
incontrali in due o tre in fila alla cassa con una bottiglia di vodka, magari alla pesca, o di rum in mano. In alcune
rivendite c'è addirittura il cartello che ricorda la legge: «Non si vendono superalcolici ai minorenni». ma quante volte le
povere cassiere neppure guardano in faccia chi gli sta davanti, visto che c'è la coda, la gente preme e, magari, è là a
battere tasti da ore.
Così, si va alla festa - organizzata spesso in casa dell'amico o amica che ha i genitori fuori - con più bottiglie, spesso di
liquore diverso, visto che ogni gruppo di due o tre ne ha acquistata una, magari con una veloce colletta. Così, alla fine
della festa, si sta ancora peggio, in tanti vomitano e più di una volta c'è chi finisce in ospedale, sfiorando il coma
etilico. Naturalmente c'è il trucco per aggirare il divieto, se si incoccia in un barista o in una cassiera che rispetta la
legge: si manda un diciottenne a fare acquisti o, comunque, uno che almeno sembra aver raggiunto la maggiore età.
Per lo spritz, poi, è ancora più facile, seppure è bene ricordare che si tratta sempre di un cocktail e anche piuttosto
alcolico, visto che al vino si aggiunge l'Aperol o il Select. Difficile trovare un bar che rispetti la norma, a meno che a
chiederlo non sia davvero un bambino. Basta passare per i luoghi più frequentati da giovani e giovanissimi dalle 19 alle 21,
dall'Erbaria a campo San Luca, da campo San Bortolomio alla Strada Nuova per osservare anche quattordicenni con il bicchiere
in mano e dentro non c'è sicuramente un gingerino.
L'alcol dà tossicodipendenza come qualsiasi sostanza stupefacente, ma spesso anche gli adulti, anche se genitori, lo
dimenticano. Ci sono istituti superiori, in cui la maggior parte degli studenti sono minorenni, che permettono a chi le
frequenta di uscire nei dieci o quindici minuti della ricreazione di uscire dall'istituto e spesso, dunque, i ragazzi non
solo la sera ma anche al mattino - tra un'ora di italiano e una di matematica - ingoiano una birra o uno spritz assieme al
tramezzino, alla pizzetta o alla pastina.