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Verona: adolescenti sempre più «sballati»

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Allarme dal Dipartimento delle dipendenze dell'Ulss 20. Tra i ragazzini aumenta l'uso di ecstasy, tra gli adulti quello di cocaina

L'ARENA 27 giugno 2009

Serpelloni:«Ricoveri inutili, la cura va fatta nel territorio»
Un «no» deciso alla droga e ai pregiudizi diffusi che ancora distinguono tra droghe «leggere» e «pesanti», con un'inclinazione a considerare le prime «tollerabili» e non le seconde. «La realtà è che le droghe, tutte, fanno male. E la tolleranza dev'essere zero», dice il dottor Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri. Un messaggio forte e chiaro nella Giornata mondiale contro la droga, celebrata ieri. «Si deve fare ogni sforzo per informare i giovani sui danni provocati da sostanze stupefacenti, alcol e fumo», ha ribadito Serpelloni nell'illustrare l'attività realizzata dal Dipartimento per le dipendenze dell'Ulss 20, «ma si devono coinvolgere famiglie, enti, scuole, istituzioni, associazioni».
I dati elaborati dagli studi del Dipartimento dell'Ulss 20 sono preoccupanti: nei giovani, tra i 15 e i 19 anni, cala il consumo di eroina e cocaina ma aumenta quello di cannabis, tanto che in Italia siamo i primi in Europa. «Il dramma è che cannabis e marijuana, oltre a causare danni come l'alterazione dei meccanismi di motivazione, disturbi nell'apprendimento e nel coordinamento, hanno un pesante effetto trascinamento verso le altre droghe», ha precisato Serpelloni, ricordando che dopo i 24 anni risulta un consumo al rialzo di tutti i tipi di droga. «Sarebbe fondamentale una diagnosi precoce del consumatore ma, purtroppo, spesso passano molti anni dalla prima "canna" o dalla prima pasticca prima di approdare a un centro per la disintossicazione».
Circa la polemica sull'utilità del reparto ospedaliero di Medicina delle Dipendenze delle Borgo Roma (che ieri ha organizzato un congresso al policlinico disertato dai responsabili del Sert di Verona), Serpelloni l'ha definito «uno spreco», affermando che «sarebbe meglio dare quei posti letto ad altri reparti ospedalieri e far lavorare quei medici in altri posti, come il carcere, dove ce n'è un gran bisogno visto che metà della popolazione carceraria ha problemi di tossicodipendenza». Ricordando che «per legge le tossicodipendenze si curano sul territorio e non in ospedale tranne che per le emergenze. E a Verona ce n'è già uno ed è Marzana».
Un concetto sottolineato anche dall'assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Valdegamberi:«Il problema delle dipendenze va affrontato con l'educazione. E ora siamo in piena emergenza educativa su questo fronte. La risposta sanitaria non è esaustiva del problema. Non basta una terapia per liberarsi dalla droga. Il Dipartimento di Verona, sotto questo punto di vista, sta facendo scuola in Italia, con la sua organizzazione che si rivolge a tutti i tipi di dipendenza e tutte le età in cui si approccia alla droga, lavorando con gli enti sul territorio».
Il direttore dei Servizi sociali dell'Ulss 20, Angelo De Cristan, ha ricordato che nella programmazione dei servizi socio-sanitari fatta con la conferenza dei sindaci sono stati stabiliti tre capisaldi nella lotta alla droga:«Tolleranza zero, prevenzione anticipata fino ai bambini di otto anni, ricerca del reinserimento socio-lavorativo degli ex tossicodipendenti, per un pieno recupero sociale delle persone».