Verona: la Diocesi osserva i comportamenti di dipendenza e le difficoltà delle famiglie
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Una società provata dalla crisi economica, dove aumentano le aree di disagio, come la disoccupazione giovanile a cui si
affiancano i problemi causati dalle dipendenze da alcol e stupefacenti, ma dove si notano segnali positivi, come una
crescente integrazione degli immigrati che si rivelano sempre più come titolari di imprese economiche che contribuiscono alla
crescita del territorio così come in campo demografico dove il trend negativo delle nascite è parzialmente compensato proprio
dai figli dei cittadini stranieri che vengono a vivere in Italia.
«Nell'arco di questi ultimi 16 anni l'Ufficio Documentazione e studi della Curia diocesana si è sforzato di focalizzare e di
e di evidenziare puntualmente gli elementi salienti che hanno connotato la vita della nostra società veronese, soprattutto
nelle sue scelte valoriali, nella ricerca di senso e, in definitiva, delle ragioni ultime del nostro vivere comunitario»,
spiega don Michele Paglialunga, direttore del Centro Documentazione e studi nel presentare il XVI Rapporto su Verona.
Il rapporto è diviso in 12 capitoli che riguardano gli aspetti demografici, l'aspetto turistico della città, i giovani e il
lavoro all'epoca della crisi, la galassia delle dipendenze, l'analisi della giustizia minorile, la condizione delle donne e
in particoalre il progetto della Caritas per le donne in situazioni di esclusione sociale, le opportunità per i migranti e il
potenziale di integrazione degli immigrati a Verona, la situazione finanziaria delle famiglie residenti nella provincia di
Verona, il mercato del lavoro, gli infortuni e le malattie professionali e l'imprenditoria straniera a Verona.
Il problema del lavoro è uno dei dati salienti del Rapporto. Remo Zanella, esperto di politiche del lavoro ha sottolineato un
dato che appare contraddittorio:«Ci sono più persone che chiedono di lavorare anche se l'occupazione risulta in aumento di
6.000 unità nel 2009. Nello stesso tempo, risulta che le persone che hanno cercato lavoro sono 20.000. Oltre a queste c'è una
massa di cassaintegrati che per numero di ore corrisposte sono pari a circa 20.000 persone. Cioè ci sono persone che
risultano occupate ma in realtà lavorano solo qualche ora e questo non si può dire avere un lavoro». Inoltre risultano 4.000
persone licenziate nel 2009. «E ci sono due dati preoccupanti: il primo è che un giovane su quattro è senza lavoro e il
secondo è in atto una tendenza alla riduzione delle persone occupate. Risultano poi in aumento i licenziamenti o la messa in
cassa integrazione di tanti operai specializzati, quelli che fino a pochi anni fa trovavano lavoro senza problema. Ed è in
espansione quella massa indeterminata di persone che hanno rinunciato a cercare un posto di lavoro, anche precario, e tirano
avanti con lavoretti vari».
Un'altra criticità della società veronese riguarda l'indebitamento delle famiglie, come ha sottolineato Andrea Gamba della
Fondazione Studi della Banca Popolare di Verona:«Nel 2009 si è registrato un aumento del numero di famiglie in forte
difficoltà con il pagamento dei mutui e dei prestiti finanziari, in una percentuale superiore alla media nazionale, un
declino marcato anche se la media indica una situazione piuttosto buona. A stare peggio sono le famiglie colpite dagli
effetti della crisi, dove un componente ha perso il lavoro o è cassaintegrato».