Vicenza: baby alcolisti, ormai è un'emergenza
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L'età dei ragazzi che comincia a bere si è abbassata notevolmente. Sempre più minorenni finiscono all'ospedale anche in coma
etilico «Bussino alle porte al Sert, soprattutto, se sono minorenni. Non verranno nè catalogati nè schedati. Il servizio di
contrà S. Domenico è aperto: accogliamo genitori, ragazzi, insegnanti e non possiamo che lanciare un appello anche per i più
giovani, quelli che cominciano a bere in età adolescenziale: maschi o femminile che siano, e che non sanno quali danni
l'alcol può provocare al cervello. Irreparabili. Anche perchè non se ne accorgono subito».
Vincenzo Balestra responsabile del servizio contro le tossicodipendenze dell'Ulss 6 non si sorprende che la notte di
Capodanno in molti ospedali del Vicentino siano stati ricoverati ragazzi che avevano bevuto in maniera spropositata, e che
non erano in grado nemmeno di reggersi in piedi, alcuni addirittura in coma etilico. «L'alcol assunto in maniera spropositata
è una droga capace di modificazioni molto lente - prosegue Balestra -, mentre per i ragazzi gli effetti sono immediati. La
sbronza arriva in poco tempo:qualche cocktail, birra, miscugli vari e il gioco è fatto, poi si continua finchè non si sta
male».
Un "gioco" subdolo, terribile. Spesso a mezzanotte sono già ubriachi, ma la notte per loro è solo all'inizio. Perlopiù sono
ragazzini dai 15 ai 16 anni, a volte ancora più giovani. Sono convinti che le "happy hours drug", come le chiamano siano in
grado di cancellare in un attimo timidezze, complessi e problemi.
Spesso camminano affiancati uno all'altro per reggersi in piedi creando una sorta di catena capace di farli sentire più
forti, anche se gli anelli sono debolissimi e corrono il rischio di aprirsi in ogni istante. Del resto l'alcol è a portata di
mano: in casa , in famiglia, lungo le strade. «I modelli sono sempre gli stessi: amici, famiglia. E non è un problema di
classe sociale. Riguarda tutti- continua il responsabile del Sert- e a preoccuparci sono i ragazzi giovani, anzi
giovanissimi. Si fanno del male. E non se ne rendono conto. Senza contare che oltre alle campagne dell'Ulss 6 non c'è altro
in giro per quanto riguarda la prevenzione. Ad ogni ora del giorno e della notte su ogni canale televisivo la testa dei
ragazzi è martellata da spot che invitano a consumare vino, birra e anche superalcolici. E se poi vediamo i personaggi nei
quali i ragazzi si identificano, nemmeno loro passano indenni da sostanze stupefacenti o alcol». Un altro segnale di allarme
arriva dalla prefettura dove ogni anno le statistiche parlano chiaro: quelle del 2009 indicano circa 2.200 patenti ritirate
per infrazioni al codice della strada, di queste 1.200 riguardano la guida in stato di ebbrezza e il 5 per cento interessa
giovani e non solo che si mettono al volante dopo aver usato sostanze stupefacenti. «Numeri che la dicono lunga- dicono da
contrà Gazzolle- e per l'anno appena trascorso le cifre non sembrano diminuire».
«Non bastano le sanzioni del codice della strada. I ragazzi devono essere informati, devono capire in tutti i modi a che cosa
vanno incontro, perchè rischiano la vita. Non devono - conclude Balestra - vedere il Sert come un servizio in cui viene
distribuito il metadone e basta. Tutta l'équipe parla con genitori e insegnanti. Ma i ragazzi sono sempre troppo pochi
rispetto a quanto accade lungo le strade. E non solo la notte di San Silvestro, ma in tutti i fine settimana che vengono
consacrati con il rito della sbornia».
Chiara Roverotto