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Vicenza: quando il "coprifuoco" non serve

Vicenza: quando il "coprifuoco" non serve

Si sentono colpiti per le colpe di altri, ingiustamente. I commercianti del quadrilatero fra via Torino, viale Milano,

piazzale Bologna e viale Roma vedono come fumo negli occhi l'ordinanza firmata dal sindaco Variati, quella del coprifuoco

intorno a Campo Marzo: da domani niente più vendita di alcolici dopo le 20, serrande abbassate alle 21 per negozi, sale da

gioco, kebab e money transfert, bar e ristoranti chiusi alle 22. «Il nostro orario di chiusura è a mezzanotte, ma chiudiamo

quasi sempre alle undici e mezza - dice Muhammad Arshad, gestore di Best Kebab, all'angolo viale Milano corso San Felice -

Qui siamo lontani da Campo Marzo. Ogni sera dopo le dieci arrivano almeno quaranta lavoratori che escono dal turno in

fabbrica. Spendono 4 euro fra panino e bibita. Sono 160 euro a sera di mancato introito per noi». Non è questa la soluzione,

per lui. «L'Auchan è aperto fino alle 22, se alle otto non si può comprare la birra qui, gli sbandati andranno a comprarla là

e la berranno in Campo Marzo».
Sintetico il commento del gestore, italiano, dello Speedy bar, viale Milano: «Una buffonata. Paghiamo noi per gli sbagli di

altri. Ci vorrebbero altre misure, per noi non vendere alcolici la sera è un danno molto forte». Gli internet point e centri

telefonici per i migranti sono il luogo dove si parla alla famiglia lontana, spesso con orari tardi a causa del fuso orario.

Das Nakul ne gestisce uno nei pressi della stazione delle corriere: «Non mi è arrivata nessuna comunicazione, ma se mi arriva

mi adeguo, ho rispetto per il Comune - dice - Il sabato e la domenica dalle 21 alle 22 vengono almeno venti persone ad usare

internet. Io pago 1800 euro di affitto e contando le bollette arrivo a 3500 euro di spese. Per me il danno economico si farà

sentire». Stessa musica al kebab Istambul in viale Roma: «La metà dei clienti li abbiamo la sera, nelle discoteche ci sono

risse ogni weekend ma non si fa niente. E' un provvedimento fascista». Per trovare un commerciante favorevole al coprifuoco

bisogna andare in piazzale Bologna: «Noi chiudiamo presto, alle 21, capisco che possa essere un problema per chi lavora fino

a tardi - dice la barista di origine cinese del Cafè Verdi - Siamo favorevoli all'ordinanza, negli ultimi giorni riesco a

portare le bambine al parco giochi, ci sono meno spacciatori e più polizia ».
Sorride all'ordinanza anche il direttore del supermercato Pam di piazzale De Gasperi, Massimo Abascià: «Qui dopo le otto è un

ricettacolo di persone poco raccomandabili, per ogni due birre comprate ce n'è una rubata. Certo, il problema si sposterà di

poche centinaia di metri, all'altro supermercato in viale Mazzini». Il bar Castello è in piena zona rossa, piazzale De

Gasperi, ma a pochi passi dal «confine» di piazza Castello: «Non è facendo terrorismo contro i commercianti che si risolve il

problema della delinquenza» dice il gestore. Attacca a muso duro l'opposizione. «Per assumere decisioni forti, e

condivisibili, sull'organizzazione della città, imporre divieti e limitazioni, bisogna essere credibili. E Variati non lo è -

dice a nome del Pdl Maurizio Franzina - Variati è sempre lo stesso. Ha solo in mente di salvarsi il posto da sindaco e per

farlo non c'è sceneggiata che non sia disposto a fare».