Vietare gli alcoolici o insegnare a bere?
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Delle famose stragi del sabato sera se ne parla tanto ma si fa abbastanza per evitarle?
L'alcool viene considerato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una droghe pesante, capace cioè di provocare danni gravi all'organismo umano,compresa la morte. Perché finora non è stato considerato un problema SERIO? Si dice che il vino fa parte della cultura mediterranea, non è proibito per legge, fa guadagnare molto a chi lo produce o lo vende, costa poco, è reclamizzato da giornali e televisioni, alcuni ne esaltano addirittura le qualità da quel falso detto popolare: «bere fa buon sangue». L'attuale allarme, che sta cominciando a preoccupare famiglie e politici, è soprattutto dovuto al fatto che l'abuso di questa sostanza è la causa di sempre più frequenti incidenti stradali, tra i quali meritano un'attenzione particolare le morti del sabato sera di troppi giovani di ritorno da discoteche. Molti non accettano che il vino sulla tavola o un paio di birre al bar siano droghe, spesso viene considerata esagerata la severità con cui alcuni medici insistono sui pericoli dell'abuso di queste bevande considerate da molte comunità, compresa la nostra, simbolo di gioia, festa e amicizia. Questo rigore suggerito dai medici è forse eccessivo? Cosa succede al nostro organismo a livello biochimico quando assumiamo alcool? La reazione tra glucosio e alcool provoca una combustione che interessa i neuroni ovvero cellule cerebrali. Altri continuiamo a dire che bere con moderazione non crea particolari problemi a condizione che l'uso non diventi abuso, e non si dimentichi che si tratta sempre di una droga pesante e subdola, capace di creare una dipendenza difficile a vincere. Altro pericoloso equivoco è che l'alcol non sia dannoso perché non è proibito per legge. La verità è che ogni sostanza stupefacente in cambio di quel momento di allegria e spensieratezza può levarti la vita.
In Italia circa il 30% degli incidenti stradali è provocato da conducenti in stato psicofisico alterato. Contrastare il consumo di alcol, come di ogni droga, non è cosa facile. Negli ultimi mesi si segnalano iniziative e provvedimenti in merito, offrire test dell'alcol all'uscita dalle discoteche, maggiori controlli della polizia sui conducenti, ingresso gratuito in discoteca per chi non beve, vietare la vendita di alcool a minori di 16 anni ... Tutto questo basta ? Non illudiamoci che si possa combattere efficacemente l'alcol col proibizionismo, anche perché chi non può bere in pubblico può sempre farlo in privato. Altra verità indiscutibile è che con le droghe dobbiamo imparare a convivere, perché eliminarle è impossibile. E allora? È certamente necessaria un'informazione sui danni reali che un uso protratto e non controllato provoca al corpo e alla mente, sui rischi che una perdita di controllo comporta a sé ed agli altri, sul pericolo di cadere nella schiavitù di una dipendenza incontrollabile, ma deve essere un'informazione scientificamente seria. Un buon traguardo sarebbe riuscire a convincere a bere in maniera moderata, non andando mai oltre il primo bicchiere.
Ma come per tutte le droghe, anche con l'alcol occorre affrontare il vero problema che sta dietro la sostanza, dentro le persone che la usano come un salvagente: diminuire in loro la domanda di qualcosa che attutisca un male personale, aiutandole a vivere bene anche «da normali», attraverso un'illuminata e insistente opera di prevenzione personale e sociale. Dice infatti che dietro l'uso compulsivo di una droga c'è quasi sempre una persona che non sta bene con sé o con gli altri. Questo è preoccupante soprattutto per coloro che stanno attraversando quell'infido guado della vita che è l'adolescenza. Eppure negli ultimi anni l'uso di alcol e di superalcolici è molto aumentato proprio tra loro, con rischi inevitabili. Molti di loro «usano qualcosa» per vincere la noia, sentirsi disinibiti, prestanti, eccitati, per regalarsi almeno un'evasione settimanale, vissuta come una sorta di compensazione per lo stress e la routine degli altri giorni. Non riuscendo a stare bene «da normali» o a relazionarsi con le persone in maniera libera e adulta, ricorrono volutamente allo sballo con sostanze che alterano le sensazioni e il comportamento. Questo abuso non è casuale ma cercato. È a questi giovani che occorre dare maggiore attenzione, non terrorizzandoli sul pericolo di questo fenomeno ma aiutandoli ad affrontare la vita con coraggio e responsabilità, non da sballati ma da normali. La soluzione è dunque da cercarsi soprattutto nella formazione alla vita, nel proporre prospettive alte, nell'educare alla responsabilità anziché al ripiegamento, favorire la relazione interpersonale a mio avviso un grande problema di oggi. Un vecchio spot contro l'AIDS diceva "se la conosci la eviti" è cosi anche per gli alcoolici. Formare e informare i giovani e meno giovani sulle problematiche e conseguenze dell'abuso di sostanze alcoliche aiuterebbe a prendere coscienza di ciò in cui si va in contro. È perciò necessario che famiglie, scuola, chiese, stato, associazioni si uniscano in questa alta scommessa. Oggi si sa come prevenire le tossicodipendenze, i progetti validi non mancano.
Statistiche e studi dimostrano i ragazzi che hanno avuto episodi di binge drinking (Bere fino a stordirsi 5 o più unità alcoliche consumate in una sola occasione) hanno una probabilità quasi 3 volte superiore di incorrere in un incidente stradale con conseguenze gravi rispetto ai non bevitori e 2,5 volte superiori rispetto ai bevitori non binge». Per fare un esempio nella regione Toscana nel periodo 1988-2005 sono circa 16 mila i decessi attribuibili all'alcol (2.3% del totale). La conseguenza più immediata dell'abuso alcolico sono gli incidenti stradali (causa del 30% delle morti). In particolare questo fenomeno coinvolge i giovani: l'incidente stradale è la prima causa di morte tra i maschi con meno di 40 anni. E la Toscana vede un aumento di incidenti. Nel 2007 sono stati 20.209 (+23,3% rispetto al 1991) e hanno provocato 27.665 feriti (+23% rispetto al 1991) e 322 morti (-34,8% rispetto al 1991). Con picchi molto alti nelle notti tra venerdì e sabato (nel 2007 in Toscana, 1.026 incidenti stradali che hanno provocato 33 morti e 1.642 feriti).
Il binge drinking è associato in modo statisticamente significativo con l'essere fumatore, esser consumatore di sostanze, gambler (dipendenza da gioco d'azzardo), mettere in atto comportamenti bullistici, comportamenti sessuali non protetti, incorrere in un incidete stradale grave. In Italia sembrano oramai convivere due modelli di consumo di alcol: uno giovanile ricreazionale, omologato ai comportamenti dei coetanei nord europei, e l'altro dell'adulto, ancorato invece agli stili tradizionali. Si è assistito quindi in particolare negli ultimi 20 anni soprattutto nelle popolazioni più giovani ad un progressivo passaggio dal consumo di vino (o di bevande a bassa gradazione alcolica) ai pasti all'uso di bevande ad alto tasso alcolico, spesso in grandi quantità, fuori dai pasti e in occasioni ricreazionali. Il primo «messaggio da trasmettere ai giovani è quello di assoluta incompatibilità tra alcol e guida», perché la ricerca evidenzia appunto come il consumo di alcol sia un fattore determinante dell'infortunistica stradale, riducendo drasticamente i livelli di attenzione. Nella notte del sabato un ragazzo consuma in media 4 bicchieri di bevande alcoliche e una ragazza poco più di 3, ma con profonde e sorprendenti differenze per età, con un massimo registrato per i giovanissimi, quelli al di sotto dei 18 anni: quasi 5 bicchieri per i ragazzi e 6 per le coetanee in una serata. Valori che diminuiscono significativamente con l'avanzare dell'età per le femmine (2,7 bicchieri per le 19-24enni e 2 bicchieri per le ultra 25enni), mentre rimangono pressoché invariati per i maschi (rispettivamente 3,8 e 3,6 per i 19-24enni e gli ultra 25enni). Sono i dati raccolti dal Centro alcologico regionale toscano all'interno del progetto «Il Pilota», proposto dall'Osservatorio nazionale alcol. Un progetto che si poneva come obiettivo, attraverso anche ad una sorta di reality show nelle discoteche, di convincere i giovani ad una maggiore attenzione ai propri consumi alcolici e, soprattutto, a prevenire gli effetti evitabili dell'abuso, come gli incidenti stradali. Perché se è vero che le ubriacature ripetute (il binge drinking) possono provocare danni irreparabili al cervello e al fegato, oltre che a favorire comportamenti devianti, è proprio sul fronte degli incidenti stradali che è vera emergenza. In Toscana, quasi il 50% dei ragazzi controllati all'uscita delle discoteche sono risultati positivi ai controlli per alcolemia e altre sostanze illegali. I numeri fanno paura. Secondo l'Agenzia regionale sanità dal 1991 al 2004 si sono verificati 248.702 incidenti stradali, con 332.986 feriti e 6.207 morti. Ogni anno in media si sono contati circa 17.770 incidenti, 23.780 feriti e 443 morti. Coerentemente con le abitudini ricreative degli italiani, in Toscana il 42,2% degli incidenti stradali che avvengono tra le 22 e le 6 del mattino, si verifica nelle notti tra venerdì e sabato (19%) e tra sabato e domenica (23%). Si tratta anche degli incidenti più gravi. Le ore più pericolose, quanto a gravità degli incidenti, sono le prime della mattina e le persone più coinvolte sono in maggioranza giovani sotto i 30 anni.
Si parla tanto di leggi per prevenire queste stragi ma in realtà le leggi in vigore già lo vieterebbero. L'art. 689 del Codice penale prevede infatti il divieto di somministrare bevande alcoliche ai minori di 16 anni o a persone che appaiono in condizioni mentali tali da pregiudicare le loro capacità di intendere e di volere. Le violazioni sono punite con pene pecuniarie da 516 a 2.582 euro e altre accessorie come la sospensione dell'esercizio. Chi ha meno di 18 anni non può neanche essere addetto a distribuire bevande alcoliche. L'art. 691 del Cp vieta invece la somministrazione di alcol a persone in stato di manifesta ubriachezza. La legge 214 del 2003 ha introdotto il divieto di somministrare superalcolici (oltre 21°) negli esercizi lungo le autostrade. L'unica lacuna della legislazione riguarda la vendita. Un ragazzo di 15 anni non può chiedere un bicchiere di vino al bar ma può comprarne una bottiglia intera in un supermercato. Alcuni supermercati però hanno scelto di non vendere alcolici ai minori di 16 anni.
Quanti fiori sulle strade dovremo ancora vedere per far si che cambi qualcosa?