Vigonza (PD): "allontanato" il figlio violento
alcol alcolista dipendenza giovani alcolismo
Gli è vietato non solo avvicinarsi alla casa dei genitori ma anche mettere piede in paese
Il Gazzettino 6 Ottobre 2009
Allontanato da casa perché maltratta i genitori. La misura cautelare è stata disposta a carico di un trentottenne a causa del ripetersi di episodi di violenza e minaccia verso i congiunti.
L'ordinanza porta la firma del giudice per le indagini preliminari Rita Bortolotti ed è stata emessa su richiesta del pubblico ministero Maria Ignazia D'Arpa.
Un provvedimento adottato a conclusione di una serie di indagini e accertamenti che hanno confermato lo stato di pericolo per l'incolumità della coppia che fino a qualche mese fa gestiva un ristorante specializzato in pesce in una frazione di Vigonza.
Un vissuto familiare difficile, in cui padre e madre erano costretti a sopportare le vessazioni e l'aggressività di quel figlio. A suo carico, infatti, sono stati accertati i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza privata e minaccia.
Una violenza che si faceva ancora più aspra e pericolosa per l'abuso di alcol. Numerose le liti scoppiate a causa della continua richiesta di soldi che l'uomo rivolgeva ai genitori.
ristorante di famiglia è stato più volte teatro di alcune furibonde sfuriate da parte del trentottenne. Un clima tormentato e difficile all'interno della famiglia, alimentato da ingiurie e minacce.
E così, dopo l'ennesima lite violenta, condita con insulti e intimidazioni, il pubblico ministero ha deciso di porvi rimedio chiedendo l'allontanamento coatto per evitare che i maltrattamenti possano degenerare in più gravi reati.
La misura cautelare, che è stata notificata dai carabinieri, prevede altresì il divieto di dimora entro i confini del territorio comunale.
Qualora l'uomo non rispettasse quanto disposto dal gip e si avvicinasse alla casa dei genitori, o venisse sorpreso all'interno dei confini comunali, scatterebbe automatica la denuncia per inottemperanza all'ordine dell'autorità giudiziaria.
E il giudice, ravvisando l'inadeguatezza della misura adottata, potrebbe anche decidere per un suo aggravamento, disponendo la custodia in carcere.