Vin Baker, stella dell'NBA: l'alcol mi ha portato via tutto
Dall’Nba a Starbucks, la seconda vita dell’ex stella del basket Vin Baker
Una fortuna vicina ai 100 milioni di dollari sfumata in pochi anni a causa dell’alcol
Ora serve caffè e segue il corso che prepara i futuri gestori delle caffetterie
Vin Baker, centro di 210 cm, ha giocato nel campionato professionistico Usa per 13 stagioni, accumulando una fortuna vicina ai 100 milioni di dollari. Soldi che però sono finiti in fretta, risucchiati dal pozzo senza fondo della dipendenza dall’alcol. Ora è costretto a lavorare, lui che avrebbe potuto oziare per decenni, e addirittura a fare il cameriere a North Kingstown, Rhode Island, in una caffetteria della catena Sturbucks, un lavoro solitamente scelto dai ragazzi per pagarsi gli studi. Serve caffè e nel frattempo frequenta il corso che prepara i futuri gestori delle caffetterie.
La doppia vita
Baker, che oggi ha 43 anni, ha vinto una medaglia d’oro olimpica nel 2000, ha disputato per quattro volte l’All Star Game, ha giocato per le franchige di Milwaukee, Seattle, Boston, New York, Houston e Los Angeles (lato Clippers). Era considerato un pivot di grande talento, non celebre come altri giocatori dei suoi tempi (da Jordan a Shaquille O’Neal) ma uno stimatissimo specialista. In realtà già da allora, già dai tempi dorati della sua carriera cestistica, covava dentro di sé il demone dell’alcolismo. «Conducevo una doppia vita», ha raccontato al Providence Journal. L’alcol gli ha accorciato la carriera, creandogli problemi quando era all’apice. I Celtics lo tagliarono, e dopo qualche anno, nel 2006, quando aveva 35 anni, la sua storia da cestista terminò ai Clippers.
Investì parte della sua fortuna in un ristorante di pesce, ma perse anche quello divorato dai debiti, e con il lavoro la casa nel Connecticut. Con una moglie e quattro figli a carico, l’unica scelta che gli restava è stata mettere da parte con dignità i ricordi di gloria e rimboccarsi le maniche. Come fa ogni giorno nel bar di North Kingstown . «Adoro questa città - ha dichiarato al quotidiano - mi ricorda la mia città natale», ovvero Saybrook, nel Connecticut. Con un sorriso sul faccione tondo accoglie i clienti e non sembra rimpiangere il lusso del passato: «Quando impari una lezione - ha spiegato a Kevin McNamara del giornale di Providence - non importa il tuo tenore di vita, l’importante è capire cosa è successo della tua vita. Ero un alcolista, ho perso una fortuna. Avevo un grande talento e l’ho perso».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.etalia.net/articles/af4d78b72-b4ea-45f5-ab80-10272449312d
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)