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Vinitaly, bilancio della manifestazione

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Vinitaly, è un bilancio da record

RASSEGNA MONDIALE. Ha chiuso in Fiera il salone internazionale del vino con un successo di presenze e di iniziative

Sono stati oltre 140.000 i visitatori con punte del 40 per cento di operatori stranieri tra gli stand

Questo Vinitaly in versione concentrata sarà ricordato per il boom di presenze. A conti fatti, secondo un primo consuntivo diffuso da Veronafiere, i visitatori sono stati oltre 140mila. Che significa un flusso medio giornaliero di 35mila persone. La fetta di operatori esteri è stata del 35 per cento con una punta massima, ieri, del 40 per cento. «Quattro giorni di lavoro molto intenso e proficuo», commenta il direttore generale Giovanni Mantovani, «che ha visto il grande ritorno del trade italiano». Ma anche la parte estera è stata rilevante: «Il primo Paese tra i visitatori stranieri è stata la Germania», precisa Mantovani che sottolinea come «non si sia sentito l'effetto di Prowein, la fiera del vino svoltasi recentemente a Düsseldorf e che si sta imponendo in Europa come un riferimento di rango nel mondo degli operatori del vino. «Registrata anche una grande presenza del mercato statunitense e canadese mentre anche gli operatori francesi, nonostante l'imminente anteprima di Bordeaux, non si sono avute assenze rilevanti. Altro dato significativo è che per la prima volta nei primi dieci Paesi esteri presenti a Vinitaly c'è la Cina. Questo indica che l'Oriente è un mercato molto importante da coltivare mentre l'alleanza con Hong Kong per noi è strategica». Per l'anno prossimo si confermerà la formula di quest'anno, dice Mantovani che guarda soddisfatto anche a Opera Wine che ha riscontrato un grande successo di pubblico. Che sia stata un'edizione da collezione lo dicono anche i produttori veronesi, come Sandro Boscaini, di Masi: «Questo calendario ha rintuzzato le presenze di non addetti ai lavori che si concentravano soprattutto il sabato, con strascichi anche poco piacevoli per l'immagine della rassegna. Molto bene il recupero del lunedì, che è stato un exploit. Ho visto una certa vivacità per il commerciale. Credo che Vinitaly resti una fiera delle emozioni, il motor show del vino. E deve mantenersi così». Per Stefano Tommasi, dei Tommasi vinicoltori, «alla vigilia si era partiti un po' titubanti per la nuova formula che, tuttavia, si è rivelata azzeccata. C'è stato un grandissimo afflusso di pubblico, con tanti addetti ai lavori. Abbiamo lavorato in tutti quattro i giorni e con un notevole apporto di stranieri. E poi abbiamo recuperato molte presenze tra i ristoratori». Marilisa Allegrini, della storica azienda della Valpolicella che ieri ha presentato le sue nuove cantine a San Polo nella zona del Montalcino, «il cambio di date ha favorito il business. Ma noi siamo anche molto vicini ai consumatori interessati ad approfondire la cultura del vino che incentiviamo con il nostro multichannel». Enrico Cascella Spinosa, produttore in Valpolicella, spiega che «è andata decisamente bene, con un rilancio delle presenze di operatori qualificati». Per Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di Soave che rappresenta 22 aziende, «questa edizione ha permesso di esprimere molte potenzialità anche alle piccole aziende grazie a tante iniziative collaterali. Un buona prospettiva anche per i più giovani».

Elena Cardinali


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)