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Vino dealcolato: caratteristiche, proprietà, effetti

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Che cos'è il vino senza alcol?
Il vino dealcolato inizia la sua vita, esattamente come ogni altro vino, dall'uva, seguendo i processi classici di fermentazione. La

rimozione dell'alcol può poi avvenire con procedimenti diversi a seconda dei vari eno-produttori (calore, gravità, osmosi inversa), ma una

cosa è comune: il vino di partenza deve essere di alta qualità, altrimenti tali procedimenti lo riducono ad una bevanda molto mediocre, non

proponibile sotto il profilo organo-lettico.
Il prodotto finale ha l'aspetto e il gusto di un vino tradizionale, ma ha meno dello 0,5% di alcol. A tale proposito vale la pena di

ricordare che anche la maggior parte delle bevande cosiddette analcoliche contengono tracce di alcol di questa entità, per il motivo molto

semplice che l'essenza dei vari gusti (arancia, limone etc.) viene estratta con l'alcol, traccia del quale poi permane nella bevanda.
Il vino dealcolato è attualmente disponibile in vari Paesi,dove è possibile acquistarlo nei supermercati e nei negozi al minuto, grazie a

produttori come Sutter Home (Stati Uniti), Ariel Vineyards (California) e Carl Jung (Germania). Le qualità in commercio sono numerose e
variano dallo Chardonnet al Merlot, al Premium Red, Premium White, Sparkling Brut, Riesling, Spumante etc.
In Italia esistono produttori in Sardegna, con un rappresentante in Piemonte con ottime proposte di vini dealcolati rossi e bianchi (Cannonau

etc.), ma la distribuzione nei negozi e centri commerciali non è ancora presente.
Aspetti positivi del vino dealcolato
Le proprietà benefiche spesso associate con il vino rosso, si ritrovano pure nel vino dealcolato, senza, naturalmente, le proprietà negative

di tipo tossico alcol-correlate. Recenti studi hanno dimostrato che potenti antiossidanti, polifenoli noti come catechine, resveratrolo etc,

che riducono il rischio di cardiopatie in alcuni gruppi di soggetti, si ritrovano pure nel vino rosso dealcolato.
Un beneficio aggiuntivo della rimozione dell'alcol può essere la sottrazione di circa 1/3 delle calorie. Ciò significa che chi ha problemi di

soprappeso può indulgere in un bicchiere occasionale senza sentirsi così "colpevole" come dopo consumo di vino tradizionale.
Perché il vino dealcolato può essere utile?
Il vino dealcolato e il succo d'uva si sono dimostrati capaci di inibire il processo di aterosclerosi nel modello animale, nel criceto in

particolare. Tali effetti sembrano prodursi attraverso un'attività ipolipemizzante e antiossidante, grazie alle proprietà dei polifenoli.
Il vino dealcolato, somministrato per lungo tempo e in moderata quantità, agisce in modo sinergico con la vitamina E nel ritardare lo

sviluppo di aterosclerosi anche nel ratto, indipendentemente dall'inibizione della lipoperossidazione nelle pareti delle arterie.
Nei pazienti affetti da malattia arteriosa coronaria la "funzione endoteliale" è risultata migliorata dopo assunzione, in acuto, di vino

dealcolato, riducendosi tuttavia dopo assunzione di vino tradizionale. Questi dati presi insieme danno spiegazione del cosiddetto "Paradosso Francese". È noto infatti che i Francesi godono di una ridotta mortalità per malattie cardiovascolari nonostante consumino alte quantità di grassi. Ebbene, ciò sarebbe attribuito all'assunzione di vino rosso, e più precisamente ai componenti non-alcolici del vino rosso.
Mentre il vino e la birra tradizionali aumentano la pressione sanguigna nei soggetti normotesi, il vino dealcolato ha dimostrato di non indurre alcun aumento pressorio.
Assunzione acuta in moderata quantità di vino dealcolato è risultata possedere attività protettiva contro i danni al DNA indotti da radiazioni gamma in giovani uomini. All'opposto l'assunzione di alcol tendeva ad aumentare i danni da radiazione al genoma. Questi dati preliminari su giovani di 21-26 anni suggeriscono che frazioni non alcoliche del vino rosso, e non solo le catechine, proteggono il DNA dal danno ossidativo e possono avere, nelle giuste misure e condizioni, un'attività anti-tumorale.
Considerazioni conclusive
Il vino tradizionale in sé e per sé in moderate quantità (2-3 bicchieri / 24 ore) può essere per vari aspetti utile e benefico. Ciò che rende

pericoloso il vino è il suo contenuto in alcol, con le nefaste conseguenze note sia a livello di patologie organiche sia a livello sociale,

con tutte le implicazioni sulla vita pratica.
L'abuso di alcol sia acuto che cronico è estremamente pericoloso, per gli squilibri nutritivi, di tossicità e dipendenza, oltre che per molte

interferenze con i farmaci e un aumento del rischio di tumori.
È fondamentale ricordare la diversa reattività individuale al carico di alcol e pertanto la vecchia regola del "buon senso" è estremamente

valida anche in questo caso. La letteratura corrente è univoca nel consigliare che i forti bevitori devono ridurre significativamente o

meglio astenersi da ogni forma di alcolici, mentre gli astemi e i bevitori moderati devono evitare le forti bevute. Il Medico Pratico, nel

discutere con il Paziente di questa proble-matica, dovrebbe con prudenza non scoraggiare il potenzialmente salutare consumo di moderate-lievi quantità di vino, meglio sicuramente ai pasti.
Inoltre, andando oltre il cosiddetto "paradosso francese", può suggerire l'utilità del vino dealcolato, che oltre a non presentare effetti

negativi, è ricco di potenzialità benefiche.

tratto da: "Un viaggio tra vantaggi e svantaggi. La novità: il vino senza alcol"
Medicina e Salute


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)