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Vino, tra prevenzione dell'abuso e cultura del buon bere: il punto di vista di Coldiretti

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Coldiretti: "Sì alla prevenzione, ma non demonizziamo il vino"
C'è un aspetto su cui forse non ci si è concentrati molto, riguardo a certi provvedimenti per la prevenzione dell'abuso di

alcol: ovvero la possibile criminalizzazione di chi, seppur senza mai esagerare, ogni tanto ama farsi qualche bicchierino. Lo

dice la Coldiretti promuovendo la nuova campagna "Evitiamo dannose criminalizzazioni e promuoviamo la prevenzione".
Chi beve abitualmente il vino deve infatti convivere con la paura dell'etilometro in agguato, una paura che ha fatto calare

bruscamente le vendite al punto da far tremare i produttori che temono le cantine restino piene di prodotto invenduto.
"E' in questo panorama che si scopre, o si riscopre, la nuova cultura del bere ed il fatto che bere vino in modo corretto e

consapevole rappresenta un vantaggio salutistico rispetto all'essere astemi", si legge nel comunicato dell'associazione per

le imprese del sistema agroalimentare.
Anche ieri sera si è toccato lo spinoso argomento: è accaduto a Cella Monte all'agriturismo Villa Perona dove, con il

giornalista enogastronomico Paolo Massobrio, Corrado Rendo direttore sanitario ASL Al, Fabio Falco Capitano Comandante

Compagnia Carabinieri di Casale Monferrato, Luigi Bartoletti direttore SERT provinciale ASL Al e Donatella Prosa responsabile

Sert Casale Monferrato è stato fatto il punto proprio su "vino ed etilometro". Si è dunque voluto fare chiarezza sull'

immagine corretta che gli agriturismi devono dare, del mondo della ristorazione e soprattutto del vino, alimento fondamentale

per l'economia del nostro territorio e, se consumato correttamente, prezioso alleato per la buona salute.
Una serata alla quale ha partecipato anche il presidente regionale Coldiretti Piemonte Paolo Rovellotti, il quale ha voluto

richiamare l'attenzione sul fatto che "il vino fa parte della civiltà agroalimentare, parte integrante della nostra dieta

mediterranea e quindi, come tale, deve essere considerato a tutti gli effetti come patrimonio, mai demonizzato".
"Appare doveroso sottolineare questi concetti proprio adesso, epoca nella quale si assiste ad una criminalizzazione

indiscriminata di tutte le bevande alcoliche in virtù degli effetti nocivi sulla salute e sulla guida automobilistica". - ha

affermato il presidente regionale e provinciale di Terranostra Franco Pigino. "Ma è doveroso fare una distinzione: tutti

sappiamo, infatti, che le stragi del sabato sera non sono certo dovute ad un buon bicchiere di vino consumato durante la

cena. Il messaggio nuovo è legato a molti studi scientifici e osservazioni sugli effetti benefici del consumo abituale e

moderato di vino. Fra i vari principi attivi identificati nel vino, quello più noto è il resveratrolo. Questa sostanza è un

antiossidante presente soprattutto nel vino rosso, che ha la capacità di migliorare l'efficienza cellulare attraverso il

potenziamento dell'attività mitocondriale, la "centralina" energetica delle cellule".
Il vino, quindi, non per curare le malattie, ma per prevenire e ridurre il rischio di sviluppare numerosi gravi disturbi

cardiovascolari e neurologici. Resta il problema della giusta dose di vino, volta a garantire gli effetti ora menzionati. A

questo riguardo i ricercatori impegnati nel settore hanno identificato in due bicchieri al giorno la quantità ottimale per la

popolazione di sesso maschile.
Il vino, coniugato al femminile, prevede invece una dose leggermente inferiore (un bicchiere), in virtù di differenze

metaboliche ed epidemiologiche. Il vino dunque non solo come bevanda ricca di gusto e piacere, ma anche come fonte di salute

e di potenzialità preventiva.
Il vino- a detta di molti- non solo non fa male, ma addirittura fa bene. Bere vino, dunque, anziché essere astemi,

proteggerebbe la salute e soltanto l'informazione precisa e puntuale e l'educazione al consumo consapevole di vino possono

promuovere serenità e fiducia fra vignaioli e produttori e soprattutto tranquillità e salute fra i consumatori.
"Sicuramente il vino non è una medicina, ma è pur vero che molte delle sue componenti producono effetti benefici per l'

organismo umano e molte autorevoli ricerche medico-scientifiche hanno dimostrato che il vino, se consumato con moderazione,

può aiutare a vivere meglio", hanno affermato il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e

Simone Moroni. "Spesso assistiamo ad una confusione enorme tra i livelli e le diverse tipologie di alcol contenute nel vino e

in altre bevande. Sappiamo tutti che non si possono mettere sullo stesso piano e soprattutto come l'effetto negativo sulla

guida dei veicoli sia dovuto ai superalcolici più che al vino. Dunque è la ricerca a dimostrare che il vino è un elemento

importante della dieta quotidiana: soprattutto se si parla di vino rosso dove è presente il resveratrolo, la sostanza che ha

questa influenza positiva sulla salute".
Purché non se ne abusi ma, del resto, è consigliabile non abusare anche di dolci o di cibi grassi.
Il consumo procapite di vino si è praticamente dimezzato negli ultimi 30 anni in Italia, che è sceso a 40 litri a persona per

un totale di 20 milioni di ettolitri: un'analisi da cui emerge come il consumo responsabile di vino sia cosa ben diversa

dall'abuso di alcol che riguarda il 34,6% dei giovani che arriva in discoteca già con un tasso di alcol nel sangue superiore

al limite dello 0,5 concesso dalla legge per poter guidare.
"Il vino", hanno concluso Paravidino e Moroni, "è divenuto l'espressione di uno stile di vita "lento" attento all'equilibrio

psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi da contrapporre proprio all'assunzione sregolata di alcol. Si tratta di un

cambiamento che occorre riconoscere per evitare il rischio di una dannose criminalizzazioni, mentre è necessario investire

nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino con il suo legame con il territorio e la cultura, a partire proprio

dalle giovani generazioni".