"Vodka, vodka e vodka, facile sballare a 18 anni": un testimone racconta la nuova movida dei giovani
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«Vodka, vodka e vodka Facile sballare a 18 anni»
Andrea Cannavale, ex pr, racconta la nuova movida
NAPOLI - Se c'è qualcuno che conosce bene il by night partenopeo, quello è Andrea Cannavale. Andrea, figlio dell'attore Enzo- scomparso
soltanto due mesi fa - ha dettato per anni le regole, a Napoli, nel lavoro di «pr» . Ci spiega di non aver mai bevuto: tanto meglio. Sarà un
osservatore «esterno».
Com'è cambiato il modo di bere nei locali napoletani rispetto al passato?
«Oggi esiste il fenomeno dei baretti. I ragazzi vanno al baretto, poi con gli amici a prendere l'aperitivo. Poi magari si cena, e si beve
vino. Dopo si esce, si va nei locali, e si beve ancora. Tutte queste occasioni per assumere alcolici, alla fine della nottata diventano-
scusate il gioco di parole- un cocktail micidiale».
Quali sono i cocktail preferiti dai più giovani?
«Su tutto regna la vodka, nelle varie combinazioni. Al primo posto nella classifica del gradimento ci metterei la Redbull e vodka. Si tratta
di combinazioni dai sapori dolci, che risultano gradevoli ad una vasta platea di persone».
E poi?
«Vodka con prosecco, vodka e champagne, gin tonic e vodka».
Praticamente, la vodka per l'alcol, e il resto per aggiustare il sapore.
«Sì. I ragazzi possono berne cinque, sei, addirittura dieci nella stessa serata. Ovviamente si tratta di giovani con una buona disponibilità
economica, perché una consumazione può costare anche venti euro, e un tavolino per una serata può arrivare a costarne anche 150».
Dieci cocktail in una serata. Parliamo di un problema grave, o no?
«Io ho sempre bevuto coca e succhi d'ananas. Quando uscivo con i miei amici ero sempre quello che guidava. Nonostante ciò, credo sia del
tutto inutile dire ai ragazzi che non bisogna bere. Non staranno mai a sentirci. Bere è un modo per socializzare, per stare in allegria.
Bisognerebbe piuttosto istruirli ad affidare una grossa responsabilità, la responsabilità delle loro vite nel ritorno a casa, alla persona
del gruppo che non ha bevuto. Questo, credo siano disposti ad accettarlo. Non è vero che i giovani di oggi sono meno intelligenti rispetto
alla nostra generazione. Anzi, sono molto più svegli».
Sarà vero, resta il fatto che bevono come spugne.
«Oggi il fenomeno dell'alcol fra i giovani sta allarmando tutto il mondo, in America e in altri Paesi ha superato quello della droga. Noi,
paradossalmente, abbiamo un rapporto con l'alcol per nulla estremo. La verità è che quando si hanno diciott'anni, si hanno diciott'anni.
Punto».
Negli ultimi tempi si parla anche di corse d'auto. Prima i cocktail, poi la corsa. Ti risulta?
«In maniera completamente incosciente, lo facevamo anche noi. La differenza è che nei nostri gruppi, il pazzo che guidava perlomeno non aveva
bevuto. Anche nella follia, c'era una sorta di prudenza che oggi sembra scomparsa» .
I giovani del by night napoletano usano molti stupefacenti?
«Negli ultimi anni si è diffusa anche fra i giovanissimi la cocaina, è questo, oltre ad essere un dato evidente, è un grosso problema.
Soprattutto quando viene mischiata all'alcol» .
Forse che l'unico modo per star sicuri è tenere i ragazzi chiusi in casa?
«Assolutamente no. Io sono a favore del by night. La movida è fatta in larga parte di bravi ragazzi, ci si diverte, nascono nuovi amori.
Occorre però educare i ragazzi a vivere la notte, a conoscere il proprio corpo, a capire quanto alcol si può tollerare. E soprattutto, non
vietare loro di bere, ma insistere sul concetto del guidatore sobrio. Poi può capitare la fatalità. E lì non puoi farci niente».
Stefano Piedimonte