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Washington University School of Medicine: prevenire l'alcolismo nelle giovani eviterebbe ogni anno 600 omicidi e altrettanti suicidi

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Prevenire l'alcolismo nelle giovani eviterebbe ogni anno 600 omicidi e altrettanti suicidi

Esiste un'età per proibire l'alcool ? Nel 1972 negli Stati Uniti era stata fissata a 21 anni, un divieto che, oltre a evitare molti problemi di

salute, ha salvato, secondo uno studio della Washington University School of Medicine di San Louis appena pubblicato sulla rivista

Alcoholism: Clinical & Experimental Research, molte vite fra i giovani in termini di omicidi e suicidi. Senza contare gli incidenti stradali

in cui l'ebrezza alcolica gioca un ruolo sempre più devastante: 300mila incidenti al giorno solo negli Stati Uniti che un'indagine appena

diffusa dal report settimanale dei CDC, attribuisce nell'85% dei casi a guidatori ebbri (5 o più bicchieri se maschio e 4 o più se donna) con

un'età che nel 32% dei casi va da 21 a 34 anni. Una minaccia circolante che provoca ogni anno 11mila morti fra incidenti e investimenti di

pedoni, centauri o velocipedi.
I DATI PRIMA DEL 1972 - Ma anche fuori dalle strade giovani e meno giovani che alzano il gomito non sembrano cavarsela meglio: incrociando le analisi condotte dal 1990 al 2004 dalla Commissione U.S. Multiple Cause of Death (Commisione per le cause di morte in USA) con i dati del periodico Censimento della popolazione vivente negli Stati Uniti, sono stati individuati 200mila casi di suicidio e 130mila di omicidio

commessi da chi era nato fra il 1949 e il 1972, quando ancora l'alcol era libero. Anche analizzando chi è molto più giovane le cose non

cambiano nonostante il divieto: la valutazione statistica che la Washington University ha condotto su 430mila casi di omicidi/suicidi

avvenuti negli USA dal '90 al 2004 insieme al Missouri & National Bureau of Economic Research del Massachusetts ha dimostrato che la causa

principale di questi comportamenti aggressivi etero- e auto-lesivi è infatti l'alcolismo.
L'ALCOL E LE RAGAZZE - È emerso però un dato nuovo e per certi aspetti inatteso: a essere implicate sono soprattutto donne e in particolare quelle nate negli anni '60 che hanno cominciato a bere prima dei 21 anni, arrivando alla fatidica età del divieto quando ormai erano già svezzate bevitrici, fenomeno che, secondo un altro studio della Duke e della California University pubblicato su Developmental Psychology, si

manifesta più precocemente se l'età dello sviluppo arriva presto. I ricercatori della Washington University hanno calcolato che nei soli

Stati Uniti prevenire l'alcolismo nelle giovani ragazze potrebbe evitare ogni anno circa 600 omicidi e 600 suicidi. Un monito anche per i

genitori a vigilare, tenendo conto però che ciò che sembra funzionare davvero in questi casi è non fare mai cominciare a bere alcolici,

nemmeno sotto la propria supervisione.
COME COMPORTARSI IN FAMIGLIA - Uno studio dell'Università del Minnesota pubblicato sul Journal of Studies on Alcohol and Drugs indica infatti che l'unico controllo efficace consiste nel non lasciar bere liberamente i minori in famiglia anche in contesti controllati come le occasioni

conviviali, perchè poi i tentativi di inibirli finiscono con l'avere l'effetto opposto. Piuttosto che rappresentare un rito di passaggio

verso l'età adulta e un modo per far apprendere agli adolescenti un comportamento responsabile verso l'alcol, permettere loro di bere anche

sotto la supervisione e la guida degli adulti può instradarli verso una futura incapacità a controllarsi, finendo con l'incoraggiarli

piuttosto che inibire comportamenti da bevitore. Resta allora un ultima chance: un altro fattore efficace sembra essere l'influenza del

partner: se una ragazza trova un fidanzato che non beve sarà positivamente influenzata a non alzare il gomito a sua volta. L'ha dimostrato

uno studio della Pennsylvania State University pubblicato su American Sociological Review che, esaminando per due anni 449 coppie di

studenti, ha osservato questo benefico effetto soprattutto sui maschi da parte delle donne.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)