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Working Group Alcohol per la Commissione europea: alcol e gravidanza, troppa ignoranza sui rischi

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Alcol e gravidanza, troppa ignoranza sui rischi

In Italia una donna incinta su due beve alcolici. Spiega Emanuele Scafato, direttore dell’ Osservatorio nazionale alcol, collaboratore Oms per la ricerca sull’alcol, rappresentante governativo del Working Group Alcohol per la Commissione europea: «La donna è più vulnerabile rispetto all’uomo e non dovrebbe in nessun caso superare un bicchiere di vino o un boccale di birra al giorno. Superare queste dosi significa – secondo l’Oms – esporsi al rischio di 14 tipi di tumore e 60 patologie». In gravidanza però è indispensabile azzerare le quantità di alcol, soprattutto nei primi mesi, e quindi anche mentre si cerca un bambino, oppure durante l’allattamento. Il feto non ha infatti l’enzima che attacca l’alcol e tutto quello che la madre beve arriva a lui senza barriere. L’alcol è pericoloso per il feto perché ne causa la morte delle cellule cerebrali.

Purtroppo la sindrome feto-alcolica è difficilmente diagnosticata e i danni si scoprono nei bambini quando inizia la crescita e le prime difficoltà a scuola, nel linguaggio, nella scrittura e nell’apprendimento. Un moderato consumo di alcolici in gravidanza è sufficiente a incrementare il rischio di gravi patologie completamente evitabili con l’astensione.

Lo scorso febbraio l’Agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro, ha pubblicato i risultati di uno studio condotto da 600 scienziati: l’alcol è tossico e cancerogeno per l’uomo, come pure l’acetaldeide, la sostanza conseguente alla sua metabolizzazione.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)