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La Who fa il punto sulle strategie contro il fumo di sigaretta

La  politica per il controllo del fumo promossa dalla World Healt Organization (WHO) è stata sicuramente una delle politiche più pervasive e con un maggior riscontro in ambito internazionale.Per il monitoraggio della sua penetrazione e dei conseguenti risultati in ciascun paese coinvolto, nel 2008 il WHO ha messo a punto uno strumento di valutazione atto a misurare la riduzione della prevalenza dei fumatori per effetto delle politiche antifumo e la riduzione delle morti stimate attribuibili al fumo.Sono stati valutati 41 paesi  in tutto il mondo classificati in base al reddito procapite (alto, medio, basso), è stata calcolata, base 2007, la prevalenza dei fumatori per sesso e la stima delle morti attribuibili al fumo.I paesi sono stati quindi classificati in 5 gruppi ciascuno in base alla prevalente politica anti fumo  adottata (legislazione limitativa del consumo di sigarette in luoghi pubblici, cessazione nella offerta dei trattamenti, messaggi di dissuasione sui pacchetti di sigarette, restrizioni del mercato, innalzamento del prezzo delle sigarette per forte aumento della tassazione).

Queste sono state considerate politiche  a breve periodo pertanto, il monitoraggio della variazione di status da esse apportato è stato misurato a tre anni dalla loro applicazione su dati 2010. E’ stato dimostrato che in tutti i paesi appartenenti ad un qualunque gruppo di politiche antifumo, in tre anni si è ottenuta una riduzione della prevalenza dei fumatori (in alcuni casi – Romania, Lettonia - pari al 30% ) e una riduzione della stima dei decessi attribuibili al fumo. In valore assoluto in tre anni di strategie antifumo si possono stimare 15 milioni di fumatori in meno e 7,5 milioni di morti per fumo evitate.Da ciò appare necessario attuare delle strategie contro il fumo implementandone la diffusione nei paesi che ne sono ancora privi.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)