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XXII Congresso AICAT: sintesi conclusiva

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Sintesi conclusiva del XXII Congresso AICAT

Si è svolto nei giorni 25 –27 ottobre presso il Centro Mariapoli di  Castel Gandolfo il  XXII congresso dei Club Alcologici Territoriali, dal titolo OGGI PER DOMANI LA COMUNITA’ CHE VORREMMO.

Sono stati presenti nei tre giorni almeno 1200 partecipanti, in rappresentanza delle famiglie e dei servitori insegnanti di tutte le Regioni.

I partecipanti dicono grazie innanzitutto al personale della struttura del Centro Mariapoli, discreto accompagnatore dei nostri lavori e attento a tutte le nostre necessità.

Un sentitissimo GRAZIE  va alle famiglie dell’ARCAT Regione Lazio che in così breve tempo hanno saputo organizzare questo evento.

Grazie per gli intrattenimenti di carattere artistico e conviviale che hanno reso piacevoli le serate, con condivisione di cibo e di dolci, offertici dagli amici laziali.

Unanime la riconoscenza a Peppino Nicolucci, appassionato ed abile regista del Congresso.

Grazie alle Arcat Veneto, Emilia Romagna e Toscana che hanno cooperato alla realizzazione del Congresso.

Grazie al Sindaco e all’Assessore dei Servizi Sociali presenti non formalmente all’apertura dei lavori , a conferma di un momento di un proficuo scambio tra i Club del Lazio e la comunità locale nella preparazione del Congresso.

Grazie di tutto cuore ai giovani che hanno curato la segreteria e il buon ordine delle assemblee, nonché per i momenti di piacevole e stimolante interazione con i lavori congressuali

Un doveroso grato ricordo è stato dedicato in una speciale sessione al prof. Luciano Floramo, fondatore e primo presidente AICAT, recentemente scomparso, il quale resta un riferimento morale e storico sicuro per i programmi ecologici.

Il clima generale del Congresso, quasi in armonia con la bellezza paesaggistica del territorio ospitante, è stato amichevole e sereno, e pervaso tuttavia dalla consapevolezza di una nuova più stringente responsabilità di ognuno e di tutti noi nella costruzione di quella comunità che vorremmo, decisamente più  attenta ai disagi multidimensionali delle persone, delle famiglie, e delle comunità in cui viviamo.

A fronte di una ben conosciuta diminuzione numerica dei Club in quasi tutto il territorio Nazionale, urge una nuova cultura comunitaria- che chiamiamo anche Spiritualità Antropologica – più aperta e disponibile, che non esclude nessuno, non chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza, riconosce e serve la dignità di ognuno e i diritti umani di tutti, comunque si trovino ad essere accanto a noi e in mezzo alle nostre comunità.

Siamo chiamati ad una condivisione – dall’abbraccio fino al dialogo interculturale- che si nutra di una precisa volontà di integrazione e sviluppo comunitario solidale, superando ogni forma di assistenzialismo elemosinare.
Un deciso impegno di tutti ad aprire nuovi Club potrà essere segno concreto della bontà delle nostre intenzioni inclusive, e del nostro coraggio di aprire le porte alla sofferenza delle persone e delle famiglie, nella loro diversità.

Ogni persona del Club è potenziale attore di moltiplicazione di Club, di avvio di scuole territoriali, con la sua naturale capacità di coinvolgere altri nel cammino del cambiamento della cultura del bere e della promozione e tutela della salute per comunità più vivibili.

Si ribadisce che il Club è una porta aperta del territorio, il terminale fondamentale a servizio del quale esistono le Associazioni, nel quale tutti i partecipanti, famiglie e servitori insegnanti condividono in pari misura doveri e responsabilità di crescita e di sviluppo.

Fondamentale risulta la testimonianza in prima persona, come anche la coerenza  tra pensiero e azione, soprattutto nel momento educativo rispetto alle nuove generazioni insofferenti ad ogni imposizione ed ogni divieto, ma attente ai nostri comportamenti e alle nostre valutazioni.


In particolare il Congresso ha stabilito:

l’adesione di principio dell’AICAT alla WACAT nella prospettiva di un costruttivo confronto fondato su programmi concreti e condivisi.
Si prende atto del lavoro portato avanti dal Forum sulla “educazione ecologica continua” su scala nazionale, accanto ai Forum regionali e territoriali, quali momenti non decisionali di approfondimento e miglioramento di aspetti specifici della metodologia del lavoro dei Club, della formazione (settimana di sensibilizzazione, corsi tematici, ecc..), nonché del lavoro sul territorio.
Il Congresso accoglie il cammino di ricerca svolto in quest’anno dal gruppo sulla “comunicazione ecologica” e dal gruppo “multidimensionalità della vita” quali laboratori di condivisione e di confronto in vista di un pensiero e di un linguaggio comune che favoriscono migliori relazioni tese alla crescita di tutto il sistema.
Si rinnova il mandato a tutte le ACAT nazionali di portare avanti le scuole territoriali dei tre rispettivi moduli, responsabilizzando ogni famiglia ed ogni servitori nel coinvolgimento di altri soggetti della comunità.
I partecipanti si impegnano ad un più preciso coinvolgimento dei figli, anche giovanissimi, nella dinamica del Club, riconoscendoli una grande risorsa proprio all’interno del Club e della vita associativa. Sono gli stessi che in ogni occasione possono coinvolgere i loro pari nella vita di tutti i giorni.
Il congresso si da appuntamento per la sua prossima edizione a Jesolo….., ringraziando da ora le famiglie del Veneto per il loro impegno nel prepararlo, certi che saranno sostenuti da tutto il nostro sistema.


ALLEGATO ALLE CONCLUSIONI


SINTESI LABORATORI e PLENARIA
 
Importanza della testimonianza che significa esserci con coerenza tra pensiero e azione e con autenticità.
Coerenza e autenticità presumono consapevolezza e responsabilità.
La responsabilità è anche saper disobbedire da certi modelli socialmente accettati ma lontani dalla sobrietà.
I giovani sono i nostri figli e nipoti e non una categoria a parte contrapposta agli adulti. Non parliamo più di giovani nei club ma parliamo di figli, siamo tutti parte dello stesso sistema. Gli adulti  hanno il compito di agire e seminare con l’esempio.
Creare nei nostri momenti di incontro (Club, congressi, Interclub, aggiornamenti, etc..) spazi divertenti e giocosi per i figli.
Il problema che diventa risorsa: il club incrementa il capitale sociale e promuove cittadinanza attiva con gioia.
Rischio dell’indifferenza e dell’abbandono di fronte al disagio nella comunità: il club deve essere capace di accoglierlo (accoglienza sociale) e di riconoscere la dignità della persona in ogni situazione.
Condivisione non solo di beni materiali ma della cultura e dei valori antropologici: donarsi nell’interculturalità.
Il mondo in un abbraccio: non solo di mezzanotte ma nella quotidianità.
Il percorso costante e attivo nel club fa crescere la comunicazione di tutta la famiglia e la scelta della sobrietà come stile di vita.
Contaminare la comunità e lasciarsi contaminare dalla comunità: ricercare i luoghi della sobrietà che esistono nella comunità per fare rete e sensibilizzare quelli dove la sobrietà non c’è. Esistono tante esperienze che dimostrano che il far rete e la sensibilizzazione dei decisori politici hanno funzionato.
Importanza di valutare l’efficacia dei programmi alcologici territoriali e farli conoscere alla comunità scientifica.
L’ACAT nel lavoro con le scuole: integrazione con i servizi e le associazioni del territorio per un intervento e una progettazione partecipata: basta con gli interventi spot, è necessario rivolgersi alla comunità scuola e agli adulti significativi.
Valorizzare gli strumenti che abbiamo per l’Educazione Ecologica Continua delle famiglie e dei servitori-insegnanti (SAT, Interclub, Corsi di sensibilizzazione, Congressi, etc…) con la capacità di riadattarli ai bisogni e alle risorse della comunità che cambia.
La SAT di III modulo non funziona perché non la facciamo o non la facciamo perché non funziona? Proponiamo che ciascun partecipante al congresso ne faccia almeno una e tra un anno vediamo cosa è successo.
Il congresso è un’occasione per sensibilizzare le comunità locali che devono essere coinvolte ed invitate a parteciparvi.
Cambiare la cultura e quindi la spiritualità antropologica. Se l’1% della popolazione è sensibilizzato dai programmi alcologici territoriali, la cultura può cambiare. E’ auspicabile l’aumento del numero dei club e il miglioramento nella qualità attraverso l’Educazione Ecologica Continua.


http://www.aicat.net/aicat/index.php?option=com_content&view=article&id=259:xxii-congresso-nazionale-dell-aicat-leggi-la-sintesi-conclusiva&catid=19&Itemid=156


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)