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Yale School of Medicine (New Haven): nuovo studio sull'efficacia della burpenorfina nel trattamento della dipendenza da oppiacei

Yale School of Medicine (New Haven): nuovo studio sull'efficacia della burpenorfina nel trattamento della dipendenza da oppiacei


BURPENORFINA UTILE NEI CASI GRAVI DI DIPENDENZA
Efficace nei pazienti affetti da dipendenza da oppiacei

La dipendenza da oppiacei può essere superata grazie alla somministrazione di buprenorfina. Lo dice uno studio pubblicato su Jama da un team della Yale School of Medicine di New Haven.


La buprenorfina aumenta le probabilità di curare la dipendenza rispetto ai trattamenti standard e riduce il consumo di oppioidi. Il suo utilizzo si è rivelato invece non soddisfacente nell'abbassare il rischio di Hiv e il tasso di test tossicologici urinari positivi.
La dott.ssa Gail D'Onofrio, coordinatrice della ricerca, spiega: “la dipendenza da oppiacei prescrittivi e da eroina è un grave problema di salute pubblica, e per ridurre i sintomi di astinenza il trattamento con agonisti oppioidi come metadone e buprenorfina è tra le opzioni più efficaci”.


I medici statunitensi hanno assegnato in maniera casuale i pazienti con dipendenza da oppiacei trattati in un pronto soccorso al trattamento con buprenorfina o con altri tipi di terapia.


“L'outcome primario dello studio era l'inizio di un percorso di disassuefazione dalla tossicodipendenza un mese dopo la randomizzazione”, precisa la ricercatrice.
Dopo il follow up della durata di 10 settimane, i ricercatori hanno scoperto che il 78 per cento dei pazienti del gruppo buprenorfina aveva iniziato la disassuefazione contro il 37 per cento del gruppo di controllo.


Nei soggetti che avevano assunto la sostanza, inoltre, è stata registrata una riduzione più ampia del numero medio di giorni di consumo di oppiacei a settimana, da 5,4 a 0,9 giorni, rispetto all'altro gruppo, che è passato da 5,4 a 2,3 giorni.
“Il rovescio della medaglia è che il numero di test tossicologici urinari negativi non differiva tra controlli e buprenorfina, con percentuali rispettivamente del 58% e del 54%”, riprende l'autrice dell'articolo. Come detto in precedenza, nessun beneficio è stato registrato neanche per quanto riguarda il rischio di infezione da Hiv.


(...omissis...)


Andrea Piccoli


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.italiasalute.it/4131/Buprenorfina-utile-nei-casi-gravi-di-dipendenza.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)