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Yale University: ecco come la nicotina toglie l'appetito

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Ecco come la nicotina toglie l'appetito

E' la prima causa evitabile di malattia e di morte, ma nell'immaginario di molti fumatori mantiene un appeal irresistibile: il fumo di sigaretta fa dimagrire. Non è sempre così ed è superfluo ribadire che esistono modi più salutari di tenersi in forma, tuttavia il timore di prendere peso è un motivo concreto di preoccupazione per chi cerca di smettere di fumare, e non va sottovalutato. Ora, un gruppo di ricerca della Yale University ha affrontato la questione, identificando uno dei meccanismi con cui la nicotina contenuta nelle sigarette toglie l'appetito.
TUTTO HA A CHE FARE COL CERVELLO - Da tempo gli scienziati ipotizzavano che l'effetto anoressizzante della nicotina avesse a che fare con i recettori cerebrali che regolano le sensazioni di ricompensa e gratificazione. Si tratta di una delle tante vie attraverso cui la nicotina agisce a livello cerebrale, provocando effetti diversi, come la dipendenza, il rilassamento o l'aumento della pressione arteriosa. I neuroscienziati americani hanno individuato un particolare recettore, chiamato α3β4, a cui la nicotina si lega e stimola l'invio di un segnale di sazietà al cervello, con un meccanismo del tutto simile a quello che scatta quando si è effettivamente mangiato.
FUTURE TERAPIE - Nel corso dell'esperimento, i topi trattati con nicotina hanno mangiato la metà rispetto agli altri animali non trattati e nel giro di un mese hanno perso fra il 15 e il 20% del loro peso corporeo. Gli autori della ricerca hanno spiegato nell'ultimo numero della rivista Science che questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti farmacologici per aiutare chi smette di fumare a ridurre l'appetito.
L'ALIBI PER CHI NON SMETTE - Per ora quel che è certo, e che ben sanno i medici dei centri antifumo, è che la paura di prendere peso gioca un ruolo pesante nella lotta contro la dipendenza da tabacco. Ne ha un'idea chiara Stefano Nardini, pneumologo, responsabile del reparto di Pneumotisiologia dell'ospedale di Vittorio Veneto e membro del comitato scientifico del progetto della Fondazione Veronesi No Smoking Be Happy. «Il fatto che le sigarette limitino l'aumento di peso ha una doppia azione sui fumatori: scoraggia la disassuefazione e incoraggia la dipendenza, soprattutto nelle donne e nei giovanissimi. E le aziende produttrici ne sono ben consapevoli, tanto da farne oggetto di propaganda o addirittura una vera strategia produttiva e inserire sostanze anoressizzanti nelle sigarette senza dichiararle, come ha da poco rivelato uno studio svizzero».

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)