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Yokamon Hearn: soffriva di disturbi mentali legati all'alcolismo della madre. Ucciso con un'unica iniezione letale

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Yokamon Hearn, 34 anni, soffriva di disturbi mentali legati all'alcolismo della madre. Ucciso con un'unica iniezione letale


Aspettava la morte dal 1998 da quando aveva ucciso un ragazzo bianco alla periferia di Plano, Texas. Allora Yokamon Hearn aveva 19 anni, la sua vittima Frank Meziere 23. Il ragazzo bianco fu trovato nella sua Mustang nera con la testa bucata da 10 colpi di pistola. Poco prima Yokamon, insieme a un amico, l'aveva sorpreso mentre lavava la sua macchina in un autolavaggio e l'aveva costretto a guidare fino a una zona desolata dove, secondo l'accusa, l'ha ammazzato. Mercoledì (quando in Italia erano già le 2.37 di giovedì) Yokamon è stato il primo condannato a morte del Texas a essere ucciso con un nuovo metodo: solo un'iniezione letale invece che tre (prassi già adottata da Ohio, Arizona, Idaho e Washington). Probabilmente ha sperato di vivere fino a poco prima che il pentobarbital gli circolasse nelle vene: la grazia che aveva chiesto è stata respinta solo tre ore prima dell'esecuzione. Il veleno ha fatto effetto in 25 minuti e all'esecuzione hanno assistito il padre, il fratello e uno zio del ragazzo ucciso 14 anni fa.

SINDROME FETALE - Hearn soffriva della sindrome da alcolismo fetale, causata dall'eccesso di alcol ingerito dalla madre in gravidanza. L'abuso di alcol influisce negativamente sullo sviluppo del feto, provocando sia malformazioni fisiche che problemi comportamentali e di apprendimento. Era provato che Hearn avesse questo disturbo ma è stato giustiziato comunque: è il ventiquattresimo detenuto a essere ucciso negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno, il sesto in Texas (Stato giunto alla 483esima esecuzione dal 1982).

INCOSTITUZIONALITA' - Eppure giustiziare le persone malate di mente sarebbe incostituzionale negli Stati Uniti. Nel 2002 infatti la Corte Suprema americana ha deciso di vietare l'esecuzione di condannati con disabilità mentali. Nella sentenza, i giudici della Corte hanno però lasciato ai singoli Stati americani la facoltà di stabilire cosa «costituisca disabilità».

L'APPELLO DELL'ONU - Martedì l'ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani aveva lanciato un appello al Texas e alla Georgia perché risparmiassero la vita di Yokamon Hearn e Warren Hill. Due vite molto simili: entrambi neri, entrambi condannati per omicidio ma, soprattutto, tutti e due con problemi psichici. «È una violazione delle tutele previste dalla pena di morte imporre la punizione capitale a individui con disabilità psico-sociali», ha scritto in una nota il relatore speciale Christof Heyns, sottolineando anche il rischio che «altri governi adottino la stessa linea per giustificare il ricorso alla pena capitale per persone che soffrono di disabilità psico-sociali piuttosto che applicare misure punitive più umane».

IL DETENUTO RISPARMIATO - A Hill, 52 anni di cui 21 passati nel braccio della morte, è andata bene: dopo l'appello dell'Onu la sua esecuzione prevista per mercoledì è stata sospesa. Anche se, nonostante più di una diagnosi abbia confermato il ritardo mentale del detenuto, la clemenza gli è stata negata dal Comitato per le richieste di grazia in Georgia. Hill è stato condannato nel 1991 per aver ucciso un compagno di cella, quando si trovava già in carcere per l'omicidio della fidanzata.

I PROSSIMI IN LISTA - Negli Stati Uniti ci sono almeno altri 8 detenuti condannati a morte in attesa di essere uccisi nei prossimi mesi. Tre esecuzioni sono previste per agosto. L'anno scorso - secondo un grafico sulla pena di morte pubblicato ad aprile sull'Economist - nel Paese sono state giustiziate 43 persone in 13 diversi Stati.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)