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Zaia: «Farmaci e sonno, killer alla guida»

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Il ministro delle Politiche agricole torna a parlare di incidenti stradali: due bicchieri di vino non fanno ubriacare


La maggior parte dei sinistri causata da stanchezza, distrazione e da medicine
Nel regno del vino, tra il tintinnìo di calici e il mescolìo dei taste-vin in similoro il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia ribadisce la sua sacrosanta verità: «Chi beve due bicchieri di vino e si mette al volante non può essere considerato un ubriacone»
È successo, ieri, durante la sua terza visita al Vinitaly di Verona questa volta allo stand di Fedagri-Confcooperative. Sulle già-esternate dichiarazioni di Zaia era intervenuto il governatore del Veneto Giancarlo Galan: «Certo che se in una platea di produttori di vino si dice consumatene di più, aboliamo le leggi che ne limitano il consumo, scatta l'applauso però io penso ai tanti genitori che hanno avuto ragazzini morti per eccesso di alcol, perchè qualcun altro guidava in condizioni per cui non doveva mettersi al volante». Galan voleva ribadire l'importanza di garantire la sicurezza per chi si mette al volante e per chi diventa vittima inconsapevole dell'alcol e non «che le norme dello 0,2, 0,3 o 0,5 siano giuste o no» perchè «probabilmente i limiti variano da individuo a individuo, ma chi guida - aveva concluso Galan - deve essere in condizioni sobrie». Zaia è andato oltre. «Non voglio che il vino diventi l'unico capro espiatorio del problema degli incidenti stradali - ha detto il ministro - Le statistiche rivelano che solo il 2,9% degli incidenti stradali avviene in stato di ebbrezza e ciò vuol dire che per il restante 98% non è possibile attribuire colpe all'alcol». Il ministro, in pratica, ha citato i dati Aci-Istat in base ai quali i sinistri dovuti a guida in stato di ebbrezza rappresentano solo il 2.9% del totale. Infatti, su un totale di 292.746 incidenti automobilistici accaduti nel 2007 solo 6.124 sono riconducibili ad abuso di alcol. Così il problema «non va spostato - ha concluso Zaia - su uno dei più importanti comparti dell'agroalimentare italiano. Sono ben altre le cause principali delle vittime della strade nel nostro Paese: la stanchezza, i decibel dello stereo in auto, parlare o fumare al telefonino guidando e fare uso di farmaci come ansiolitici ed anti-allergenici». Pertanto, insiste Zaia vanno «identificati tutti i fattori di rischio, come del resto già avviene per i camionisti». Il limite alcolimetrico fissato per i controlli stradali a 0,5, ha osservato infine il ministro «significa due bicchieri di vino. Non si è ubriachi con due bicchieri consumati a pasto». Dello stesso avviso anche il presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni che ha ricordato come «il consumo del vino ai pasti sia parte integrante delle nostre tradizioni alimentari» e che «contro il diffondersi di modelli di consumo incentrati sull'abuso di alcol lontano dai pasti occorra recuperare la cultura del bere-bene». Insomma, giù il vino dal banco degli imputati. Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha infatti aggiunto: «Quando parliamo di qualità del vino non parliamo solo di gusto, ma anche di sicurezza. I processi produttivi del nostro paese sono controllati e ne garantiscono la sicurezza».