Anti-Bullying Centre at Trinity College: correlazione tra bullismo e consumo di alcol
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LA CORRELAZIONE TRA BULLISMO E CONSUMO DI ALCOL
Il bullismo è una forma di comportamento violento nei confronti dei pari. Si stima che circa il 70% dei casi avvenga all’interno della scuola. Esistono diversi tipi di bullismo: quello fisico, dove il bullo usa la forza fisica nei confronti della vittima; quello verbale, che ricorre a insulti e prese in giro; quello psicologico, nel quale il bullo ignora, discrimina o esclude la vittima dal gruppo dei pari; quello elettronico, noto come cyber-bullismo, sempre più attuale, dove il bullo utilizza i social network per diffamare, minacciare o importunare la vittima.
Le cause primarie di questo fenomeno sono da ricercarsi non solo nella personalità del giovane, ma anche nel contesto scolastico, familiare e sociale, compresi quei messaggi trasmessi dai mass-media che diffondono modelli di comportamento inadeguati.
Gli effetti del bullismo possono essere gravi e permanenti. A tal proposito, l’Anti-Bullying Centre at Trinity College di Dublino ha approfondito le conseguenze del bullismo sugli aggressori stessi, i quali sono più soggetti a soffrire di una serie di disturbi comportamentali e più inclini alla sfera delle droghe e di altre dipendenze.
Nella quasi totalità delle ricerche che indagano sulla relazione esistente tra il consumo di bevande alcoliche e il preoccupante, quanto dilagante, fenomeno del bullismo tra gli adolescenti, emerge che le persone responsabili di questi deplorevoli atti sono, spesso, abituali consumatori di sostanze alcoliche, seppur tale consumo si riscontri spesso anche nelle vittime di tali episodi. Allo stato attuale, sono stati compiuti pochi studi che abbiano esaminato le motivazioni del consumo di alcol connesse al bullismo.
I risultati di queste ricerche evidenziano che, mentre i trasgressori bevono per uniformarsi al gruppo dei pari, le vittime bevono per far fronte al problema dell’essere stati oggetto di bullismo.
Un gruppo di ricercatori di tutto il mondo ha condotto uno studio su un campione di 2.548 ragazzi, tra i 12 e i 17 anni, per chiarire l’associazione tra i due sottogruppi (vittime e carnefici) e il consumo di alcolici. Dall’analisi dei risultati è emerso che, sia le ragazze che i ragazzi coinvolti, consumavano alcolici in quantità maggiore rispetto a quelli estranei ad atti violenti. Per quanto riguarda le vittime, è stato osservato che il rischio maggiore di assumere sostanze alcoliche riguarda principalmente le vittime di sesso femminile, le quali non sempre riescono a superare il disagio sociale e lo shock psicologico.
Questi studi suggeriscono l’importanza di affrontare sempre più attentamente la correlazione tra bullismo e uso di sostanze, tenendo conto delle differenti motivazioni che conducono sia le vittime, sia gli autori di deplorevoli abusi e violenze, al consumo di alcol e droghe.
Dalla Ricerca Minerva, contenuta nella “Relazione Annuale sullo stato delle tossicodipendenze nei Servizi erogati dall’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze, edizione 2013” si evince che l’88% del campione intervistato, composto da 6.498 partecipanti, dichiara di assumere sostanze alcoliche più frequentemente in compagnia di amici, essendo utilizzato l’alcol come elemento socializzante. Questa deduzione deriva dagli effetti positivi che il campione intervistato riconduce alle proprietà della sostanza: il 62% dichiara di bere alcol perché disinibisce mentre un buon 27% crede che favorisca i processi di socializzazione. Tuttavia, tra il gruppo dei bevitori, un allarmante 2,5% dichiara di assumere bevande alcoliche a stomaco vuoto, ovvero lontano dai pasti, proprio allo scopo di potenziare gli effetti dell’alcol.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.cesda.net/?p=7580
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)