Ansia, suicidi, autolesionismo. Cosa sta accadendo ai nostri adolescenti?
Ansia, suicidi, autolesionismo. Cosa sta accadendo ai nostri adolescenti?
Nell’ultimo anno nel mondo un adolescente su 6 ha pensato al suicidio.
Ansia, pensieri suicidi, autolesionismo: i dati statistici sono allarmanti e in crescita.
La situazione dovrebbe preoccupare.
Cosa succede ai nostri ragazzi?
Suicidio, terza causa di morte tra i giovani.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il suicidio è la terza causa di morte tra adolescenti e giovani nel mondo. La seconda causa di morte in Europa, dopo gli incidenti stradali, nei giovani tra i 15 e i 29 anni.
Uno studio pubblicato su The Lancet, che si basa sui dati della Global School-based Student Health Survey (GSHS), svela che 1 adolescente su 6 (campione di 275.057 adolescenti, età media14,6 anni) ha pensato al suicidio nell’ultimo anno. Il 9% ha vissuto uno stato di ansia molto forte. La maggiore incidenza per le tendenze suicide riguarda i paesi a reddito medio alto, mentre l’ansia colpisce maggiormente i paesi più poveri.
Un altro studio del 2019 svelava che pensieri suicidi erano prevalenti in particolare tra i teenager delle regioni dell’Africa e del Pacifico Occidentale. Soprattutto tra ragazze e adolescenti con età compresa tra i 15 e i 17 anni.
I dati più alti arrivano dalla regione africana. I più bassi dalla regione asiatica. Per l’ansia, invece, i dati sono più alti nella regione del Mediterraneo orientale. Quelli più bassi in Europa.
Suicidi in Italia: troppi i giovanissimi.
Italia: 200 morti all’anno per suicidio, su un totale che non arriva a 4mila, riguardano ragazzi con meno di 24 anni.
I suicidi nel nostro paese rappresentano il 12% delle morti di persone con età compresa tra i 15 e i 29 anni. Ogni anno almeno 500 ragazzi tentano di togliersi la vita.
A settembre 2019 l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma informava che gli accessi al pronto soccorso per tentativi di suicidio negli ultimi anni sono aumentati di 20 volte. E colpiscono anche i bambini di 10 anni. Nel 2018 sono state quasi mille le consulenze neuropsichiatriche nello stesso ospedale.
A pensare al suicidio sono ragazzi e ragazze in egual misura. I ragazzi di solito sono portati a suicidarsi in maniera violenta, impiccandosi o buttandosi sotto un treno. Le ragazze scelgono l’overdose da farmaci.
Spesso lasciano dei bigliettini, in cui chiedono scusa, perché non ce l’hanno fatta. Lasciando nelle famiglie, tra i docenti e tra gli amici un senso di vuoto: perché non hanno chiesto aiuto prima, perché si sono arresi, perché nessuno si è accorto di niente?
Cosa succede ai nostri ragazzi?
Quali sono le cause che spingono un adolescente, che ha tutta la vita davanti, a pensare al suicidio? Le motivazioni che possono spingere ad atti di autolesionismo che possono portare anche alla morte sono numerose. Disturbi dell’umore, disturbo bipolare, depressione, uso di droghe e alcol, suicidi in famiglia. La situazione famigliare gioca purtroppo un ruolo fondamentale. Chi ha subito soprusi, abusi, violenze e traumi potrebbe essere più facilmente vittima di pensieri suicidi e autolesionisti.
Senza dimenticare le discriminazioni razziali e le discriminazioni sessuali (per orientamento sessuale e identità di genere), atti di bullismo e di cyberbullismo, la vergogna che i più giovani possono provare in situazioni che non possono gestire, la mancanza di comunicazione con il mondo dei “grandi”.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://i404.it/lifestyle/salute/adolescenti-suicidio/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)