Bullismo al tempo di internet, crescono i bulli in rosa e il cyberbullismo
Bullismo al tempo di internet, crescono i bulli in rosa e il cyberbullismo
I giovani sono sempre più collegati, non più solo a scuola, ma anche nella vita privata online, e questo ha modificato l'aspetto anche il volto del bulluismo. E' Skuola.net che svela i dati 2014 sul bullismo in Italia e nel nostro territorio. La Polizia Postale e delle Comunicazioni dell'Emilia-Romagna ha intervistato 15.268 ragazzi e ben 1 su 3 si è dichiarato vittima di bullismo. Ad essere bullizzati è per lo più la fascia d'età tra i 14 e i 17 anni con ben 2 casi ogni 5 ragazzi.
NON SOLO LE VITTIME, MA ANCHE I TESTIMONI RIMANGONO IN SILENZIO. Ad allarmare è il dato sugli aumenti dei casi di bullismo in rosa, ben 1 vittima su 3 denuncia la presenza di ragazze tra i bulli. In genere i bulli agiscono in gruppo (72% dei casi), spesso troppo codardi per mostrare il loro lato più violento presi singolarmente.
Questa caratteristica aumenta la difficoltà nelle vittime di parlare dei loro problemi con genitori, insegnanti o coetanei. I più aperti in questo senso sono i più giovani, tra gli 11 e i 13 anni, mentre gli over 14 tendono a mantenere segreto la propria condizione. La stessa omertà si legge in chi ha assistito atti di bullismo su altri, e cioè avviene perché il 44% dei testimoni sostiene che sia meglio: "Farsi gli affari propri."
BULLISMO IN ROSA: CRESCE IL NUMERO DI CASI. Il bullo ragazza, o più impropriamente la "bulla", agisce in maniera differente più velata rispetto ai maschi. Spesso minorenni, di età tra i 14 e i 17 anni, i bulli in rosa preferiscono internet alla violenza reale, o per lo meno tendono a discriminare la bullizzata in maniera non diretta. Il cyberbullismo operato dalle ragazze le porta spesso a creare profili falsi o anonimi, sfruttando piattaforme Social come Ask.fm, Instagram e Whatsapp.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.modenatoday.it/cronaca/bullismo-social-aumenta-casi-ragazze-bulli.html
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)