Il lato oscuro di Internet: pedofilia, phishing , bullismo, stalking
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"La Scena del Crimine", programma scritto e condotto dalla dott.ssa Roberta Bruzzone, ha trattato uno dei temi di più stretta attualità nel panorama della ricerca criminologica che coinvolge la vita di gran parte della popolazione italiana e mondiale. Il tema dei reati informatici tocca o potrebbe toccare chiunque possieda un personal computer, e con esso navighi nella Rete informatica globale. Proponiamo qui di seguito due interviste su questo tema rilasciateci da due esperti (la prima a Gabriele Cazzulini viene pubblicata oggi, la seconda a Anthony Wright domani), che sono stati ospiti nella trasmissione sul tema del "lato oscuro dei social network".
Pedofilia, phishing , bullismo, stalking sono alcuni reati che sembrano dilagare su Internet. E' questo il lato oscuro del web? Lo chiediamo a Gabriele Cazzulini, giornalista, sociologo ed esperto di cultura web.
E' opportuno calibrare le parole. Negli ultimi anni il Web e i social network in particolare si sono trasformati in formidabili contenitori della socialità virtuale - e non solo. Perciò hanno sviluppato molti lati, così da formare un caleidoscopio di fenomenologie sociali molto diverse. Un perfetto chiaroscuro. In questi lati è emersa anche la "dark side" del Web, dove si abusa della tecnologia online per perpetrare crimini. Quindi la Rete diventa una sorta di cono d'ombra che non offre soltanto un'ulteriore "arma del delitto". E' anche una realtà specifica, uno spazio sociale con le sue regole e le sue pressioni. Perciò il lato oscuro è anche questo: finire assorbiti dalle logiche negative della Rete, come dimostrano i numerosi casi di suicidio online, dove la pressione della Rete diventa letale.
Il mondo del virtuale secondo lei attenua la percezione di chi commette un crimine?
Sicuramente il Web attutisce la percezione "realistica" del sé, contribuendo ad ipertrofizzare l'Ego. Ma questa è un'arma a doppio taglio, perché non solo Ego, ma anche Alter, in un contesto criminogeno, sono entrambi esposti a questo tipo di deformazione della propria identità. Perciò il ruolo di vittima può confondersi con quello di carnefice e viceversa. La Rete amplifica la complessità dei ruoli, moltiplica le chance di sviluppare un'identità anche opposta a quella reale. Il maggior pericolo derivante dall'anonimato o dalla mistificazione della Rete è controbilanciato dalla possibilità di "uscire" dalla rete senza costi, senza problemi.
Il mondo del Web è un territorio poco accessibile a chi esercita o dovrebbe esercitare un controllo sulle nuove generazioni?
Il successo dei social network deve molto alla loro innata apertura - sono per tutti, non solo per i giovani. Tuttavia il loro uso quotidiano ha configurato la rete "social" come un terreno riservato alle nuove generazioni, dove i genitori sono spesso considerati figure ostili o comunque estranee - a meno che non abiurino il loro ruolo per diventare "amici" dei figli, vanificando però i loro sforzi "educativi". Per quanto riguarda le autorità di pubblica sicurezza il discorso non è solo quello di "esportare" la legalità anche nei mondi virtuali. Il Web è una terra anarchica, allergica alle leggi, refrattaria all'autorità - non per scelta o per vocazione, quanto per la sua stessa struttura tecnologica, che è decentrata, policentrica, incontrollabile. Allora il discorso diventa quello di trasmettere o di far nascere un codice etico di comportamento online. Non si tratta di leggi e sanzioni, ma di principi e valori condivisi, in famiglia e in pubblico.
Perché gli italiani sono tanto attratti dai social network e in particolare da Facebook?
Gli italiani amano Facebook perché Facebook regala a costo zero quella speranza di notorietà, visibilità, celebrità, anche in forme minime, ma che costituisce un sogno, o un bisogno, per una popolazione amplissima. In pratica è come crearsi un'immagine pubblica online anche per il perfetto sconosciuto. Poi Facebook permette un perfetto controllo sulla propria immagine pubblica virtuale, permettendo anche di raggiungere personaggi famosi altrimenti inarrivabili. Sentirsi importanti è un'aspirazione sempre più diffusa, che va soddisfatta - anche in maniera fittizia.
Abbiamo avuto di recente in Italia è nato presso l'ospedale Gemelli di Roma un laboratorio psichiatrico che gestisce casi di Internet e social network addiction. Quand'è' è che si diventa vittime del Web?
Vorrei precisare che la dipendenza dalla Rete è una forma di dipendenza come tutte le altre. Perciò imputo questa patologia alla mente piuttosto che alla Rete. Da un certo punto di vista la dipendenza dalla Rete è un fenomeno diffuso, come l'uso del telefono o della televisione. Quindi ci sono dipendenze "sane" e dipendenze patologiche - non credo sia solo un problema medico, quanto il problema di gestire un fenomeno sociale, il Web "di massa", che è in transizione. Viviamo una fase di metamorfosi, anzi di "media-morfosi", per cui una quota rilevante di socialità dovrà adattarsi agli spazi digitali. Colonizzazione? Estensione? Arricchimento? Conflitto? Tante ipotesi di fronte ad un unico dato di fatto: il virtuale è diventato quotidiano.
Quand'è che il confine tra reale e virtuale diventa poco demarcata e ci si confonde tra i due mondi?
Non è detto che la confusione sia un problema. Può essere una sfida, un punto di partenza o un traguardo. Reale "e" virtuale: è caduto il "Muro di Berlino" tra due metà divise e incompatibili, cioè umanità da una parte e tecnologia dall'altra. Il Web non è più un groviglio di cavi; è ormai un fenomeno sociale che coinvolge le masse, alimentando una sua cultura, uno stile di vita, persino un linguaggio, oltre a scelte di consumo sempre più incisive sull'economia. Il Web coinvolge il computer, ma anche i videogiochi, dove le partite si svolgono tra giocatori sparsi su tutto il mondo, e non più tra uomo e macchina. Il Web è anche la comunicazione mobile, con sistemi di geo localizzazione online; è il cinema, sempre più integrato nel Web; è persino la letteratura, con i dispositivi portatili per gli e-book che rivoluzionano la lettura e la diffusione della cultura. Questo è il Web, una costante apertura che allo stesso tempo ingloba sempre più spazi di vita.