L'ennesimo caso di bullismo diventato virale ci rende abituali spettatori
L'ennesimo caso di bullismo diventato virale ci rende abituali spettatori
Qualche giorno fa l'episodio accaduto a Muravera (Cagliari) ci ha ricordato il triste fatto di Luca Isoni, di Olbia, il disabile di 37 anni anche lui malmenato e filmato.
Due vicende tra le tante che ogni giorno si ripetono in Italia, unico paese ancora privo di uno strumento legislativo ad hoc, e, mentre i casi aumentano, la politica osserva. Non riesco a non associare i ragazzi che filmano le scene di bullismo ai politici che ugualmente restano spettatori di queste malvagie azioni che non andranno mai più via dalla mente delle vittime e che, nella migliore delle ipotesi, per essere dimenticate, richiederanno un percorso difficile e molto ma molto lungo.
La piccola e dolce ragazza isolana ha mostrato educazione e fragilità mentre la "temporanea" bulla si scagliava contro di lei. Temporanea perché sono certo che la tenera età e l'effetto sortito da 4 milioni di visualizzazioni la porteranno a redimersi, comprenderne l'importanza e stringere una forte amicizia con la sua ex vittima.
Ma quanto ancora dovremmo aspettare? Quante altre storie dovremmo conoscere prima di arrivare uno strumento legislativo utile a contrastare questo fenomeno in continuo aumento? E mentre tra Camera e Senato valutano la "soluzione" il più autorevole organo, attraverso il suo Presidente, dichiara:
In sintesi come pedagogisti siamo convinti che per contrastare questo fenomeno sia importante in primis porre attenzione ai contesti educativi, valorizzando e supportando gli insegnanti e ponendo l'attenzione sulla dimensione educativa della scuola. Ciò significa fare prevenzione, imparare a gestire efficacemente le situazioni con relazioni sociali problematiche e accompagnare nel cambiamento i minori resisi protagonisti di comportamenti sbagliati. Questi ragazzi hanno bisogno di comprendere il disvalore sociale dell'atto commesso e sperimentare il benessere nelle relazioni sociali positive. Essi hanno altresì bisogno di essere accompagnati nello scegliere di stare bene con se stessi e con gli altri.
Queste sono le parole del Dott. Stefano Coquinati, Presidente dell'Unione Italiana Pedagogisti che rappresenta professionisti troppo spesso messi in second'ordine per consentire a opinionisti da talk show di intervenire su una questione delicatissima e sempre più reale.
Opinionisti che non riescono a capire la differenza tra bullismo e cyberbullismo, di cosa sono gli aspetti cognitivi, di quali sono le cause postume a un trauma e di cosa realmente si vive nelle scuole dove gli insegnanti non hanno minimamente idea da dove partire e si "inventano", ogni giorno, per evitare il peggio.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)