Hebrew SeniorLife and Harvard Medical School: ricerca sui danni del fumo
Fumo e DNA: i danni sono evidenti!
Lo studio, che ha coinvolto 16.000 persone, ha rivelato che molte delle tracce genetiche del consumo di sigarette, in grado di causare malattie, smettendo di fumare svaniscono nell’arco di 5 anni. Alcune, però, sembrano essere permanenti.
Fumo di sigaretta: come modifica il DNA?
Tali impronte si creano nel corso di un processo chiamato metilazione, che consiste in un’alterazione del DNA che inattiva un gene o ne modifica il funzionamento, così da causare il cancro o altre malattie.
Secondo Roby Joehanes, della Hebrew SeniorLife and Harvard Medical School, lo studio ha dimostrato in modo inequivocabile che il fumo ha un impatto a lungo termine sulla nostra organizzazione molecolare e che tale impatto può durare più di 30 anni.
Malattie cardiache e cancro sono entrambi causati da un danno genetico, in parte ereditato, ma in larga misura legato ai comportamenti quotidiani. Uno dei principali colpevoli è il consumo di sigarette.
Joehanes aggiunge: “La notizia incoraggiante è che, smettendo di fumare, dopo 5 anni la maggior parte dei segni di metilazione del DNA torna ai livelli dei non-fumatori, il che significa che il corpo prova a rimediare da solo all’impatto nocivo del tabacco”.
Lo studio sui danni genetici causati dal fumo
Il team ha analizzato i campioni di sangue dei 16.000 soggetti coinvolti in vari studi, a partire dal 1971. Ogni volta, oltre al prelievo era prevista la compilazione di questionari riguardo il fumo, la dieta, lo stile di vita e la storia medica dei partecipanti.
Così, i ricercatori hanno scoperto che i fumatori presentavano mutazioni del modello di metilazione su oltre 7.000 geni, ovvero su 1/3 dei geni umani conosciuti. Molti di questi avevano un collegamento comprovato con le malattie cardiache e con i tumori, notoriamente causati dal consumo di sigarette.
Su Circulation: Cardiovascular Genetics, la rivista della American Heart Association, il team ha dichiarato che, tra coloro che avevano smesso di fumare, nell’arco di 5 anni molte di queste mutazioni erano tornate ai modelli rilevati in chi non aveva mai fumato.
Ma i ricercatori hanno anche visto che le mutazioni dovute al tabacco, su 19 geni (incluso il TIAM2, collegato al linfoma) permanevano per 30 anni.
La dottoressa del National Institute of Environmental Health Sciences, Stephanie London, che ha diretto il team, ha dichiarato: “questi risultati sono importanti perché, essendo la metilazione uno dei meccanismi che regola l’espressione del gene, va a colpire l’aspetto per il quale i geni sono attivati, il che ha implicazioni per lo sviluppo delle malattie connesse al fumo”; e aggiunge: “ugualmente importante è l’avere scoperto che, anche smettendo, gli effetti sul DNA rimangono visibili”.
Alcuni dei geni colpiti non erano mai stati associati, in precedenza, col danno causato dal consumo di tabacco. Secondo i ricercatori, potrebbe essere possibile usarli come “marcatori” per sapere chi rischia di sviluppare, in futuro, malattie legate al fumo, o potrebbero diventare bersaglio di nuovi medicinali destinati al trattamento dei danni da esso causati.
I rischi del fumo di sigaretta
La dipendenza da tabacco è la maggiore causa di malattie evitabili; uccide più di 480.000 americani ogni anno, come riporta il Centers for Disease Control and Prevention. Quasi 1 morte su 5, ovvero più dell’HIV, dell’uso di sostanze/alcool, degli incidenti stradali o di quelli legati alle armi da fuoco.
A livello globale, il fumo uccide circa 6 milioni di persone attraverso: cancro, patologie cardiache e polmonari e altre malattie.
Fumare innalza da 2 a 4 volte il rischio di ictus o di problemi alle coronarie e rende 25 volte più probabile ammalarsi di cancro al polmone. Il rischio è più alto per le donne, addirittura 25,7 volte maggiore.
Il consumo di sigarette danneggia la salute a livello complessivo, abbassando le difese immunitarie, determinando stati infiammatori, causando e rendendo poco controllabili patologie serie, come il diabete mellito di tipo 2.
Di conseguenza, determina anche importanti ricadute sociali, tra cui l’aumento dell’assenteismo lavorativo e dei costi del sistema sanitario.
Non occorre fumare molto per riportare danni: anche i consumatori moderati possono andare prematuramente incontro a problemi cardiovascolari, dato che il fumo danneggia i vasi sanguigni, rendendoli più spessi e stretti e può causarne la rottura. Quando ciò avviene all’interno o nelle vicinanze dell’encefalo, si verifica l’ictus.
Oltre a causare problemi alle vie respiratorie, il consumo di tabacco danneggia gli alveoli polmonari, provocando bronchite cronica o enfisema e può scatenare o rendere più acuto un attacco di asma in chi ne soffre.
Fumare può provocare vari tipi di cancro, oltre a quello polmonare: la vescica, il collo dell’utero, il pancreas, il colon, il retto, l’esofago e lo stomaco sono tra le possibili localizzazioni.
L’assunzione di tabacco rende più difficile, per la donna, rimanere incinta e danneggia la salute del feto e, in seguito, del bambino. Rende più probabili il parto prematuro, la morte prima della nascita, la gravidanza extrauterina e la sindrome della morte improvvisa del lattante.
Negli Stati Uniti, l’incidenza di fumatori è precipitata: il problema riguarda, ormai, solo il 15% degli americani adulti e l’11% degli studenti delle superiori.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.pazienti.it/blog/fumo-e-dna-danni-evidenti-28092016
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)