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Adolescenti, tabacco e film: dagli USA un’analisi dei fattori di rischio

Le immagini contenute nei film relative al tabacco esercitano una forte influenza sui comportamenti di consumo degli spettatori, specie dei giovani. Tuttavia, le condizioni socioeconomiche e il gruppo etnico di appartenenza medierebbero la relazione tra esposizione al tabacco nei film e uso nei giovani. Un team di ricercatori ha intervistato circa 3700 adolescenti americani, di età compresa tra i 13-18 anni. Ad ogni intervistato è stata proposta una lista di 50 titoli selezionati casualmente da un campione di 384 film, al fine di valutare l’esposizione al tabacco. La probabilità di non aver mai provato a fumare è stata modellata in funzione dell’esposizione al fumo nei film, delle caratteristiche socio-anagrafiche (età, sesso, etnia), della condizione socio-economica, della presenza della tv in camera e del numero di ore di tv al giorno, del controllo genitoriale, dei coetanei fumatori. Complessivamente, il 36% degli adolescenti (età media 15 anni) ha provato a fumare e il 55% riferisce di avere amici che fumano. Il 63% ha la tv in camera, e il campione in media vede circa 2 ore di tv al giorno. L'esposizione al fumo nei film, quale fattore di rischio per l’uso di sigarette, non avrebbe un effetto uniforme sugli adolescenti americani. Infatti, la relazione tra esposizione ai film e sperimentazione delle sigarette varia considerevolmente in base al gruppo etnico di appartenenza, con una forte significatività per gli adolescenti caucasici e ispanici. Inoltre, una condizione economica agiata aumenta, anziché diminuire, la probabilità di fumare. I giovani caucasici benestanti, infatti, risultano più suscettibili all’influenza dei film rispetto ai coetanei meno abbienti. Questo probabilmente perché nei film si registra una prevalenza di attori bianchi, impedendo l’immedesimazione agli adolescenti afro-americani, che infatti risultano meno influenzati dall’esposizione al fumo nei film.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)