Allo studio un "vaccino" contro la dipendenza da tabacco (?)
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Smettere di fumare diventa facile grazie al vaccino
La nicotina, i fumatori lo sanno, è quella sostanza che innesca il senso di piacere e di riduzione dello stress una volta accesa la sigaretta e inspirato il fumo. Al contempo però, in 15 secondi passa dai polmoni al sangue e viaggia fino al cervello, innescando la necessità di accendere un'altra sigaretta.
«Ogni boccata di fumo contiene più di 4mila sostanze chimiche diverse. Ma è la nicotina il vero responsabile del meccanismo della dipendenza», afferma il team di ricercatori guidati dal genetista Ronald Crystal. Partendo da questa considerazione gli scienziati hanno sviluppato un vaccino in grado di liberare per sempre dal vizio del fumo grazie a un'unica iniezione.
Il vaccino contiene una sequenza di geni programmata per creare anticorpi nelle cellule del fegato in grado di neutralizzare la nicotina. Placcando e abbracciando le particelle di nicotina, gli anticorpi formano un agglomerato ingombrante, incapace di superare il filtro che protegge il cervello dall'ingresso di sostanze estranee. Neutralizzando la nicotina prima che arrivi al cervello, si elimina così la gratificazione per i fumatori e la relativa dipendenza dal tabacco.
I risultati sono sorprendenti: riduzione dell'85% della nicotina nel circolo sanguigno senza effetti collaterali sul comportamento, la pressione sanguigna o la frequenza cardiaca. Ma soprattutto, istruendo il fegato a produrre anticorpi, l'effetto è duraturo nel tempo.
«Per il momento abbiamo condotto i nostri esperimenti solo sui topi - ha detto Crystal - ma se il vaccino si rivelasse sicuro, potrebbe aiutare milioni di persone che vogliono liberarsi dalla dipendenza dal fumo, ma che non hanno la forza di farlo». Se tutto procederà per il meglio, gli esperimenti sull'uomo potrebbero iniziare nel giro di un paio di anni e dare un risultato in termini di prodotto commercializzabile entro cinque.
di Giulia Cordarini
Fonte: Science Translational Medicine
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)