Brigham Young University: il meccanismo biologico legato al consumo di marijuana
Ecco perché la marijuana piace tanto
Il meccanismo biologico legato ai freni inibitori viene meno
La marijuana intrappola in una sorta di incantesimo il cervello dei più giovani, agendo sui freni inibitori che dovrebbero ridimensionare il senso di gratificazione.
A far luce sulla dinamica è uno studio di ricercatori della Brigham Young University di Provo, negli Stati Uniti. La ricerca, apparsa sul Journal of Neuroscience, rivela un nuovo potenziale bersaglio terapeutico per la messa a punto di farmaci più efficaci in grado di trattare la dipendenza da cannabis.
L’area cerebrale oggetto di studio è quella tegmentale ventrale, colpita dagli effetti degli stupefacenti. Jeffrey Edwards, primo autore della ricerca, e i suoi colleghi hanno analizzato proprio questa regione del cervello ancora in via di sviluppo nei topi più giovani, valutando gli effetti prodotti dal tetraidrocannabinolo (Thc), il principio attivo della marijuana.
I dati indicano che è sufficiente una settimana di assunzione di Thc per bloccare il recupero delle sinapsi formate dai neuroni Gabaergici, quelli che svolgono una funzione inibitoria nel circuito della ricompensa.
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copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.italiasalute.it/808/pag2/Ecco-perch%C3%A9-marijuana-piace-tanto.html
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)