Cannabis alla guida, raddoppia il rischio di incidenti gravi e mortali
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Cannabis alla guida, raddoppia il rischio di incidenti gravi e mortali
Mettersi al voltante entro tre ore dopo aver fumato uno spinello è pericoloso: il consumo di marijuana rallenta i riflessi
MILANO - Solitamente si punta il dito sui bicchieri di troppo alla guida e tra i giovani si sta diffondendo la cultura del guidatore sano (a
turno uno guida e tutti gli altri si "sballano"). Ma non è solo l'alcol a modificare le porte della percezione e a mettere a repentaglio la
vita di chi guida (e non solo). Anche la marijuana infatti è pericolosa in macchina, soprattutto se si è fumato da poche ore. E se il tasso
alcolico porta a un'esuberanza eccessiva, la canna rende i movimenti molto più lenti. Troppo. Tanto da far schizzare le chance di avere uno
scontro che, nella maggior parte dei casi che riguardano autisti obnubilati dalla cannabis, ha un esito gravissimo, se non fatale.
LO STUDIO - «L'informazione può essere utilizzata per campagne di sensibilizzazione contro il consumo di droga», si legge nelle conclusioni
della ricerca pubblicata sul British Medical Journal e condotta dalla canadese Dalhousie University di Halifax, che per la prima volta
segnala un legame tra consumo di marijuana e incidenti stradali, isolando la droga leggera da qualsiasi altra sostanza alterante (esperimento non facile considerato che la marijuana è quasi sempre associata ad alcol o altro). Il risultato è inequivocabile: mettersi al voltante entro tre ore dopo aver fumato uno spinello raddoppia quasi le possibilità di avere un incidente. Se poi si è sotto i 35 anni le probabilità lievitano ulteriormente.
CANNE E MOTORI - Canna e volante insomma non andrebbero assolutamente mischiati, poiché la droga leggera limita le capacità motorie,
rallentando i riflessi e mettendo a repentaglio la vita. Lo hanno evidenziato i ricercatori canadesi aggregando i dati relativi a nove studi
precedenti, riguardanti un campione totale di 49.411 persone, al fine di determinare se il consumo di cannabis aumenti il rischio di scontri
automobilistici, al netto di qualsiasi altra sostanza alterante. Le persone analizzate sono state tutte coinvolte in incidenti gravi o fatali
ed è risultato da esami tossicologici che una quota importante tra loro aveva consumato cannabis poche ore prima di mettersi alla guida: i
tempi di permanenza dei cannabinoidi nell'organismo, per la loro liposolubilità, possono essere infatti anche di svariate settimane, ma
grazie a esami molto approfonditi è stato possibile stabilire dall'autopsia quanto tempo prima il soggetto avesse assunto marijuana. E
fissare l'intervallo temporale che mette maggiormente a rischio il conducente sballato. Riguardo invece alle dosi va precisato che alcuni
studi hanno fatto riferimento a un consumo di un nanogrammo per millilitro di Thc nel sangue o a qualsiasi risultato superiore a zero, mentre
uno è partito dalla soglia di 2 nanogrammi per millilitro. I ricercatori infine hanno evidenziato un rapporto tra età anagrafica e incidenti
stradali, proponendo un rapporto inversamente proporzionale tra anni e possibilità di incidenti: sotto i 35 anni infatti mettersi alla guida
dopo aver fumato una canna aumenta ulteriormente le probabilità di incidenti, probabilmente in ragione di una certa inesperienza da parte dei più giovani e di una quota più ridotta di automatismo nella guida.
PRECISAZIONI - Lo studio canadese, pur nella sua serietà, va interpretato con alcune cautele. Va segnalato innanzitutto che l'uso della
cannabis è molto diffuso nella fascia demografica in cui è maggiore l'incidenza degli incidenti stradali. In generale va detto poi che la
cannabis suggerisce un comportamento quasi più prudente e genericamente cauto, ma a tradire il guidatore sballato è l'emergenza e la
situazione imprevista, a fronte della quale chi si è appena fatto una canna tende a reagire in modo impacciato e poco pronto. Non esistono
invece statistiche relative a incidenti lievi e non è detto che anche per questi ultimi valgano le stesse conclusioni.
Emanuela Di Pasqua
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)