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Cannabis, anche l'uso moderato porta a modifiche della struttura e dell'attività cerebrale

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Cannabis, anche l’uso moderato porta a modifiche della struttura e dell’attività cerebrale
 


Fonte: The Journal of Neuroscience


Titolo originale e autori: Gilman JM, Kuster JK Lee Sang et al. Cannabis Use Is Quantitatively Associated with Nucleus Accumbens and Amygdala Abnormalities in Young Adult Recreational Users. The Journal of Neuroscience, 16 April 2014, 34(16): 5529-5538.- 


La cannabis è la sostanza illecita più comunemente usata negli Stati Uniti, con una stima di 18,9 milioni di persone che ne hanno riferito un uso recente. Il suo utilizzo è spesso associato a deficit di motivazione, attenzione, apprendimento e memoria. Dalla letteratura emerge come l’esposizione ripetuta di animali di laboratorio al tetraidrocannabinolo (THC) – il principio attivo della cannabis – abbia portato a cambiamenti strutturali a livello delle regioni cerebrali. Nell’uomo sono disponibili studi sugli effetti dell’uso elevato di cannabis, tuttavia sono scarse le conoscenze su come un uso moderato influisca sulla struttura del cervello nelle persone, soprattutto di adolescenti e di giovani adulti.


In uno studio supportato da istituzioni americane, incluso il National Institute on Drug Abuse (NIDA), i ricercatori dell’Università del Massachusetts, utilizzando la risonanza magnetica, hanno confrontato il cervello di 20 giovani dai 18 ai 25 anni che avevano dichiarato di fumare cannabis almeno una volta alla settimana, con quello di altrettanti giovani della stessa età che risultavano non aver mai utilizzato tale sostanza.


Pur escludendo a livello diagnostico l’instaurarsi di una dipendenza nei consumatori di cannabis, gli strumenti di neuroimaging utilizzati hanno rilevato significative differenze a livello cerebrale fra i due gruppi di giovani. Nello specifico, il nucleo accumbens - la regione del cervello coinvolta nel processo di ricompensa – è risultato più grande e modificato in termini di densità, forma e volume nei consumatori di cannabis rispetto ai non utilizzatori. Notevoli differenze sono state inoltre riscontrate anche a livello dell’amigdala. Lo studio, concludono i ricercatori, evidenzia come sia erronea la convinzione che l’uso moderato di cannabis non porti ad alcuna conseguenza negativa, bensì a rilevanti cambiamenti nella struttura e nell’attività cerebrale.


http://www.dronet.org/comunicazioni/res_news.php?id=3077
 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)