Cannabis: l’abuso di sostanze cannabinoidi potrebbe contribuire a provocare l’infertilità nell’uomo
Cannabis e sessualità
Infertilità nell’uomo
L’abuso di sostanze cannabinoidi potrebbe contribuire a provocare l’infertilità nell’uomo. Lo ha confermato lo studio italiano condotto dall’Università di Tor Vergata (2009) aprendo nuove prospettive per la comprensione dei fenomeni di oligospermia o azospermia (drastica diminuzione o totale assenza del numero di spermatozoi, spesso con riduzione della motilità), in particolare in quei pazienti che presentano normale assetto cromosomico e assenza di difetti genetici noti o patologie occlusive. La ricerca ha dimostrato per la prima volta come, nel topo, il sistema endocannabinoide (cioè il sistema su cui agisce anche la marijuana) sia coinvolto nel processo della spermatogenesi, contribuendo, quindi, a provocare l’infertilità (Grimaldi P et al, 2009).
Minor incidenza di spermatozoi in grado di fecondare
Murphy (2001) ha dimostrato che il fumo di cannabis nell’uomo riduce la concentrazione nel sangue di tre ormoni: LH, FSH e testosterone. Attraverso le sue indagini, inoltre, ha osservato nei fumatori di cannabis rispetto ai non fumatori, una minor incidenza di spermatozoi competenti, ovvero in grado di fecondare.
Diminuzione di testosterone, spermatogenesi e anomalie spermatiche
I principali effetti avversi sul sistema riproduttivo umano legati all’uso di cannabis nell’uomo e nella donna possono essere così riassunti: per la fertilità maschile, si è riscontrata una diminuzione dei livelli serici di LH e di testosterone, induzione di ginecomastia, diminuzione della spermatogenesi e della mobilità (oligospermia), induzione di anomalie spermatiche e blocco della reazione acrosomiale (Murphy, 2001).
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copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://cannabis.dronet.org/danni/sessualita.html
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)