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Smettere di  fumare, continuando a fumare. Lo strano caso delle sigarette elettroniche è uno tra i più studiati degli ultimi tempi. Ora una recente ricerca pubblicata sul Journal of Toxicology Mechanisms and Methods dimostra che chi passa dalla sigaretta vera e propria a quella elettronica ottiene un risultato molto simile al definitivo abbandono del vizio. Nell’organismo di chi è passato al vapore, infatti, non si trovano quasi tracce delle sostanze chimiche dannose del tabacco.

I ricercatori hanno misurato i cambiamenti di 15 biomarcatori di esposizione ai componenti nocivi e potenzialmente nocivi segnalati dalla Fda come fattori che contribuiscono in modo significativo al rischio di malattie legate al fumo, tra cui il monossido di carbonio, le aldeidi e le nitrosammine specifiche del tabacco, nell’urina, nel sangue e nell’aria espirata di 105 fumatori adulti durante uno studio clinico controllato della durata di cinque giorni. I partecipanti erano divisi in tre gruppi: il primo gruppo aveva smesso completamente di fumare per cinque giorni, il secondo aveva consumato esclusivamente sigarette elettroniche e il terzo gruppo aveva usato sia le sigarette elettroniche che le sigarette tradizionali della marca che i partecipanti erano soliti fumare. 

Ebbene, tra chi aveva completamente rinunciato al fumo e chi invece aveva “ripiegato” sulla sigaretta elettronica non c’è differenza: nel sangue di entrambi i gruppi i livelli di monossido di carbonio si sono ridotti di oltre il 75 per cento. E i livelli di composti organici volatili come l’acroleina, il benzene e l’1-3-butadiene si sono ridotti di oltre l’80 per cento. Leggere differenze si sono avute solo per i livelli  di nitrosammine specifiche del tabacco:  si sono ridotti dal 66 per cento al 98 per cento nel gruppo di cessazione, e dal 62 per cento al 93 per cento nel gruppo che usava la sigaretta elettronica.

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