Diagnosi precoce del tumore ai polmoni, al via la rete italiana per lo screening nei forti fumatori
Diagnosi precoce del tumore ai polmoni, al via la rete italiana per lo screening nei forti fumatori
Ogni giorno in Italia circa 115 persone scoprono di avere un tumore ai polmoni che resta un temibile big killer perché più del 70% dei pazienti arriva alla diagnosi tardi, quando la malattia è già in stadio avanzato e le possibilità di guarire purtroppo sono ridotte. La neoplasia, infatti, non dà segni evidenti della sua presenza agli esordi e quando lo fa è generalmente già progredita in fase metastatica.
Aiutare i fumatori a smettere
Nel 2020 sono state 41mila le nuove diagnosi di questa neoplasia nel nostro Paese e in oltre l’85% dei casi si tratta di fumatori o ex. «Oltre a esami avanzati per le persone più a rischio è previsto un programma dedicato per la cessazione del fumo - spiega il ministro -. Le evidenze scientifiche ci dicono che la diagnosi precoce e la prevenzione riducono la mortalità. Stiamo investendo per rafforzare il Servizio sanitario nazionale, per portarlo più vicino ai cittadini e migliorare la qualità della vita di tutti». Se scoprire un carcinoma in fase iniziale può salvare la vita (più piccolo è il nodulo più mininvasiva e radicale può essere la chirurgia, con elevate possibilità di guarigione definitiva), altrettanto decisivo è fornire un sostegno per aiutare i tabagisti a smettere: secondo le statistiche, almeno il 35% dei fumatori italiani (circa 11 milioni di concittadini) ha provato a smettere almeno una volta. La stragrande maggioranza (75%) ci prova da solo e soltanto circa il 5% tenta utilizzando i farmaci per la disassuefazione. Le chance di riuscita sono ancora poche (il 10% è rimasto lontano dal fumo per almeno sei mesi), ma i metodi efficaci e collaudati esistono ed è stato scientificamente dimostrato che non è mai tardi per farlo, perché ci sono benefici in ogni momento, persino quando si ha già una diagnosi di carcinoma polmonare.
Con lo screening cala la mortalità
Quella che interessa i polmoni è la seconda neoplasia più frequente nei maschi e la terza nelle femmine. Purtroppo, a cinque anni dalla scoperta della malattia è vivo solo il 18% circa dei pazienti, anche se negli ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto importanti progressi. È ormai noto che esistono diversi tipi di cancro che interessano l'apparato respiratorio ed è basandosi su questa informazione (incluse le eventuali mutazioni genetiche presenti o meno che possono indirizzare verso la scelta di un farmaco piuttosto che un altro) che si stabilisce l'iter di cure più indicato per la singola persona. «Dall'intervento chirurgico alla radioterapia, passando per la chemioterapia e i trattamenti di ultima generazione come farmaci a bersaglio biologico e l’immunoterapia, oggi le cure disponibili sono molteplici e spesso vengono abbinate fra loro: così riusciamo a prolungare la sopravvivenza di un numero crescente di malati anche per anni e con una buona qualità di vita - dice Giuseppe Cardillo, direttore della Chirurgia Toracica al San Camillo Forlanini di Roma, e presidente del convegno sulla diagnosi precoce dei tumori polmonari che riunirà i maggiori esperti internazionali il prossimo 25 novembre -. Ma prevenzione e diagnosi precoce sono fondamentali: senza tabacco, il temibile e letale carcinoma polmonare diventerebbe una malattia rara. Al convegno affronteremo proprio le novità per identificare in modo più preciso i soggetti a rischio da sottoporre allo screening con la Tac al torace a basso dosaggio che, portando alla luce noduli piccoli e localizzati consente d'intervenire in modo mininvasivo, con una riduzione della mortalità che può arrivare fino al 50% rispetto a chi è a rischio, ma non si sottopone allo screening».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)