DPA (Dipartimento Politiche Antidroghe): cannabis, aumenta di 20 volte il rischio di tumore al polmone
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Cannabis: aumenta di 20 volte il rischio di tumore al polmone
Cannabis, rilanciato l’allarme. A farlo è il DPA (Dipartimento Politiche Antidroghe) che usa come base l’evidenza scientifica di un recente studio della British Lung Foundation. Dallo studio risulta che l’uso di cannabis può aumentare di ben 20 volte il rischio di sviluppare un tumore al polmone. In più la popolazione britannica risulta completamente disinformata rispetto ai rischi del consumo di cannabis, tanto che il 40% ritiene che la cannabis non sia dannosa.
Invece recenti studi hanno dimostrato i danni al cervello che questa sostanza può provocare che sono ancora più gravi se a fumare è un adolescente in cui la crescita cerebrale è ancora in corso. E la situazione è ancora aggravata dal fatto che la concentrazione della sostanza viene sempre di più aumentata e usata contemporanemente con altro sostanze chimiche.
Per questo il DPA ritiene che siano necessarie politiche di comunicazione perchè le persone sappiano che la cannabis è nociva ed è altresì necessario che gli studi scientifici procedano in modo che le evidenze siano sempre più convincenti.
A spiegarlo è Giovanni Serpelloni, capo del Dpa: ““Condividiamo pienamente non solo la preoccupazione della British Lung Foundation, ma anche l’invito di aumentare la divulgazione di linee di indirizzo per la salute pubblica riguardo i numerosi danni che l’uso di cannabis e le sostanze stupefacenti possono produrre soprattutto tra i più giovani. E’ necessario – continua – incentivare la ricerca scientifica in questo settore, ma anche la comunicazione alla popolazione per ampliare la conoscenza, la percezione dei rischi per la salute e il numero delle evidenze scientifiche legate alle conseguenze dannose per l’organismo, associate al consumo di cannabis. Questo Dipartimento inoltre, ha già da tempo evidenziato la potenzialità di danni evolutivi derivanti dall’uso precoce di questa sostanza nel momento in cui il cervello si trova nella delicata fase di sviluppo celebrale”. Studi scientifici portati avanti anche dal Dpa “hanno mostrato conseguenze tanto più gravi quanto più precoce è la prima assunzione e quanto questa è più frequente e duratura. Inoltre, la gravità dei danni risente anche della sempre maggiore concentrazione di principio attivo presente nei prodotti e l’uso contemporaneo di altre droghe sinergizzanti e di alcol. Mai come oggi – conclude – diventa sempre più necessario proseguire nell’opera di comunicazione per aumentare la consapevolezza di come il problema legato al fumo di cannabis è ormai un problema di sanità pubblica, che non può essere sottovalutato anche perché vengono continuamente diffuse informazioni distorte e spesso strumentali, che si basano solo sui supposti benefici di questa droga”.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)