Gli effetti dell'uso cronico di cannabis
Gli effetti avversi dell’uso cronico di cannabis
In Europa, secondo l’Osservatorio Europeo (EMCDDA, 2013)1, il 22% (70 milioni) dei soggetti tra i 15 e i 64 anni ha usato preparazioni di cannabis (prevalentemente marijuana) a scopo ricreazionale almeno una volta nel corso della vita, il 7% (23 milioni) nell’ultimo anno e il 4% (14 milioni) nell’ultimo mese. Queste percentuali aumentano (17%) se si considera l’uso nell’ultimo anno nella fascia di età 15-24 anni.
L’uso di cannabis ha inizio nell’adolescenza e la sua prevalenza è massima tra i 15 e i 24 anni (tarda adolescenza-precoce età adulta), il periodo che corrisponde alla scuola media e all’università, riducendosi drasticamente con l’assunzione di responsabilità lavorative, familiari e sociali. In generale, il rischio e la gravità degli effetti avversi a lungo termine associati all’uso giornaliero di cannabis sono maggiori nell’adolescenza, una fase critica dello sviluppo nella quale il cervello va incontro alla maturazione finale, con la potatura (pruning) di sinapsi in eccesso.
Dipendenza
L’uso di cannabis è associato a dipendenza (addiction) nel 9% di coloro che l’hanno utilizzata almeno una volta nella vita (lifetime prevalence), nel 17% degli adolescenti e nel 25-50% dei consumatori giornalieri.4 Nonostante l’uso di cannabis sia associato a un rischio di sviluppare dipendenza circa tre volte inferiore a quello di droghe più pesanti (per esempio l’eroina) la prevalenza dell’uso di cannabis è tale che la dipendenza alla cannabis è ormai un problema sociale non meno grave della dipendenza all’eroina.
In realtà, nell’ultimo decennio anche la natura di droga leggera della cannabis è andata modificandosi per effetto sopratutto dell’introduzione di nuove tecniche di coltivazione delle varietà tradizionali (Sinsemilla) e di cultivar geneticamente modificate contenenti elevate concentrazioni di tetraidrocannabinolo (THC). Per questo motivo il titolo delle preparazioni di marijuana è andato progressivamente aumentando, passando dal 4% del 1995 all’attuale 12%.3,4 Forse anche in parte a causa di questa evoluzione, il profilo della dipendenza alla cannabis è diventato sempre più somigliante a quello delle droghe pesanti, con la chiara individuazione e codificazione come entità sintomatologica (DSM-V) di una crisi di astinenza, caratterizzata da forte desiderio di consumare la droga (craving), irritabilità e aggressività, disforia, umore depresso, anoressia, disturbi del sonno e strani sogni, agitazione motoria.
Nell’astinenza da cannabis i sintomi fisici sono meno intensi rispetto a quelli dell’astinenza da alcol e da eroina, ma non il craving.
L’astinenza ha un ruolo motivazionale nel consumo di cannabis, come dimostrato dal fatto che i soggetti in astinenza consumano cannabis con lo scopo di attenuarne gli effetti e l’astinenza rende più difficile smettere di consumarla.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.farmacovigilanza.eu/content/gli-effetti-avversi-dell%E2%80%99uso-cronico-di-cannabis
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)