In Italia 93.000 decessi l'anno a causa del fumo, alcol e sedentarietà seguono
In Italia 93.000 decessi l'anno per cause riconducibili al fumo. Alcol e sedentarietà seguono
Nelle giovani donne che vivono nelle Regioni del Sud si registra, negli ultimi anni, un preoccupante incremento di fumatrici tale da annullare il vantaggio storico rispetto alle donne delle Regioni del Centro-Nord
Il fumo di sigaretta rappresenta il principale fattore di rischio per i tumori. In Italia sono attribuibili a questa pericolosa abitudine ogni anno circa 93 mila morti (il 14% di tutte le persone decedute) e le sigarette costituiscono la prima causa di perdita di anni di vita in buona salute. Il fumo di tabacco è fortemente associato ai tumori del polmone, del cavo orale e gola, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata, rene, seno, ovaie e ad alcuni tipi di leucemie. E' quanto emerge dall'ottava edizione del volume 'I numeri del cancro in Italia 2018', frutto della collaborazione tra l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), l'Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum), la Fondazione Aiom e Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia). Il 26% degli italiani fuma e le generazioni di giovani adulti sono le più esposte a questa pericolosa abitudine.
Fra gli uomini, la quota maggiore di fumatori si registra fra i più giovani, con meno di 35 anni, più elevata fra i 25-34enni rispetto ai giovanissimi (18-24 anni). E' proprio la diminuzione dei tabagisti in queste classi di età a determinare il calo complessivo dei fumatori in Italia. "Preoccupa però - sottolinea Maria Masocco, responsabile coordinamento nazionale Passi - la situazione nel Meridione che vede un significativo aumento delle fumatrici fra le 25-34enni e una sostanziale stazionarietà di questa abitudine nelle nuove generazioni delle 18-24enni. In generale, nelle giovani donne che vivono nelle Regioni del Sud si registra, negli ultimi anni, un preoccupante incremento di fumatrici tale da annullare il vantaggio storico, per bassa prevalenza di questa abitudine, rispetto alle donne delle Regioni del Centro-Nord. A questo quadro si aggiungono in queste aree le alte percentuali di altri fattori di rischio (sedentarietà ed eccesso di peso) e una bassa copertura degli screening oncologici per la diagnosi precoce dei tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina. Per questo è fondamentale investire in campagne di prevenzione".
Fra gli altri fattori di rischio, il 17% degli italiani consuma alcol in quantità o modalità di assunzione a maggior rischio per la salute, il 32,5% è sedentario e il 42,2% risulta in eccesso ponderale (il 31,7% e' in sovrappeso e il 10,5% obeso). Al Centro-Sud la quota dei sedentari è significativamente più elevata e raggiunge il 50% in diverse Regioni (toccando il 71% in Basilicata). Inoltre la Campania continua a detenere il primato per la percentuale più alta di persone in eccesso ponderale (51%), seguita da Sicilia (48,1%), Molise (47,8%) e Puglia (45,5%) con valori non molto distanti."L'indagine sugli stili di vita - conclude Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom - è stata estesa anche alle persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore.
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copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.corrierequotidiano.it/salute/27-09-2018/italia-93000-decessi-lanno-cause-riconducibili-al-fumo-alcol-e-sedentarieta
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)