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Journal of Affective Disorders: uso di cannabis ed esacerbazione dei sintomi maniacali

Journal of Affective Disorders: uso di cannabis ed esacerbazione dei sintomi maniacali

Nuovi studi sul legame tra cannabis e disturbi mentali

L’assunzione di cannabis può peggiorare la comparsa di sintomi maniacali in soggetti con diagnosi di disturbo bipolare, secondo quanto emerso da una revisione della letteratura scientifica pubblicata sulla rivista Journal of Affective Disorders. Inoltre, secondo quanto riportato nell’articolo dai ricercatori della University of Warwick, potrebbe agire come fattore di rischio causale nell’incidenza di sintomi maniacali.

Gli autori hanno effettuato una revisione sistematica della letteratura scientifica utilizzando diversi database, con l’obiettivo di individuare studi per esaminare l'impatto del consumo di cannabis sull'incidenza di sintomi maniacali e sulla loro presenza in soggetti con disturbo bipolare preesistente.

Complessivamente sono stati identificati sei articoli che rispettavano i criteri di inclusione, per un totale di 2391 individui che avevano manifestato sintomi maniacali.

Dall’analisi dei risultati, è emersa un'associazione tra uso di cannabis e l’esacerbazione dei sintomi maniacali in persone con disturbo bipolare diagnosticato in precedenza. Inoltre, una meta-analisi di due studi suggerisce che l'uso di cannabis è associato ad un aumento del rischio di circa 3 volte di nuova insorgenza di sintomi maniacali. Pur emergendo la necessità di ulteriori studi prospettici e di migliore qualità per chiarire appieno come l'uso di cannabis possa contribuire allo sviluppo di mania nel tempo, i risultati evidenziano l'importanza di scoraggiare il consumo di cannabis, in particolar modo nei soggetti con disturbo bipolare per aiutare a prevenire la morbilità psichiatrica cronica, anche alla luce della circolazione di cannabis sempre più potente, sul mercato delle droghe.

Un altro studio, questa volta dei ricercatori del King's College di Londra, ha infatti riportato che chi fa uso di cannabis del tipo “Skunk” ad elevata percentuale di principio attivo, avrebbe un rischio di tre volte più alto di incorrere in malattie mentali inclusa schizofrenia e disturbo dipolare, rispetto ai non consumatori.

Lo studio pubblicato sulla rivista Lancet Psychiatry, ha messo a confronto i dati raccolti tra il 2005 e il 2011, relativi a 410 pazienti di un ospedale del sud di Londra di età compresa tra i 18 e i 65 anni che presentavano i primi sintomi di psicosi con 370 soggetti sani. Dai dati è emerso che il 24% di tutti i nuovi casi di psicosi in questa specifica area della città, sarebbero associati all'uso di cannabis ad alta potenza.

http://www.dronet.org/comunicazioni/res_news.php?id=3219


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)