Journal of American Heart Association: la marijuana può provocare seri disturbi cardiaci
La marijuana può provocare seri disturbi cardiaci
Si sente parlare sempre più dell’uso terapeutico della marijuana, o del suo principale principio attivo, il THC. Così come della sua legalizzazione in alcuni Paesi. Per questo motivo i ricercatori hanno condotto diversi studi per comprendere meglio come agisca sull’organismo e quali effetti possano avere l’uso dei cannabinoidi anche e soprattutto al di fuori dell’ambito terapeutico.
In questa direzione è andato un nuovo studio francese pubblicato sul Journal of American Heart Association, in cui si è trovato che l’uso di marijuana può causare gravi complicazioni cardiache e cardiovascolari che interessano cuore, cervello e arti. Queste complicanze possono anche essere causa di morte sia tra i giovani che gli adulti o le persone di mezza età.
«Nella ricerca precedente, abbiamo individuato diversi e notevoli casi di complicanze cardiovascolari che hanno cagionato il ricovero ospedaliero di giovani consumatori di marijuana – spiega Émilie Jouanjus, autrice principale dello studio e un membro della facoltà medica il Centre Hospitalier Universitaire de Toulouse – Questa scoperta inattesa meritava di essere ulteriormente analizzata, soprattutto in considerazione che l’uso medico della marijuana è diventato più prevalente e alcuni governi stanno legalizzando il suo utilizzo».
I ricercatori hanno analizzato le gravi complicanze cardiovascolari emerse a seguito dell’uso di marijuana che sono state segnalate alla rete francese “Addictovigilance” tra il 2006 e il 2010. L’analisi dei dati ha permesso di identificare 35 casi di condizioni cardiovascolari e vascolari legati a cuore, cervello e arti.
Nello specifico, si è trovato che la maggior parte dei pazienti erano di sesso maschile, con un’età media di 34,3 anni. Quasi il 2% (35 su 1.979) hanno avuto complicanze cardiovascolari collegate all’uso di marijuana. Di questi 35 casi, 22 erano complicazioni cardiache, tra cui 20 attacchi di cuore; 10 erano legati a complicazioni alle arterie degli arti e, infine, 3 casi sono stati collegati con le arterie del cervello. La percentuale delle segnalazioni di complicanze cardiovascolari è più che triplicata tra il 2006 e il 2010. E nove pazienti – pari al 25,6% – sono morti.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)