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La strage silenziosa del tabacco: sei milioni di morti ogni anno

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La strage silenziosa del tabacco. Sei milioni di morti ogni anno

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco indetta dall'Oms, l'Istituto superiore di sanità presenta il Rapporto 2011: sono 12

milioni gli italiani che dipendono dalla nicotina, in netto aumento rispetto allo scorso anno.
Una spaventosa carneficina. Nel XXI secolo, in tutto il pianeta, il numero dei morti per il tabacco potrebbe arrivare a quota un miliardo.

Nel solo 2011 moriranno quasi sei milioni di fumatori e 600mila fumatori "passivi", e nel 2030 le vittime potrebbero raggiungere gli 8

milioni. L'allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità giunge forte e chiaro in occasione della celebrazione della Giornata mondiale

senza tabacco, dedicata quest'anno alla Convenzione quadro dell'Oms sul controllo del tabacco. In vigore dal 2005, vi aderiscono 172 Paesi,

compresa l'Italia, ed è basata sulle evidenze che riaffermano il diritto di tutte le persone al più alto standard di salute, offrendo nuove

dimensioni giuridiche per la cooperazione nel controllo del tabacco.
Il trattato, unico nel suo genere, «è uno strumento indispensabile per la tutela del diritto alla salute di tutti e capace di imporre

obblighi agli Stati aderenti con l'obiettivo di realizzare un mondo senza tabacco» ha sottolineato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-

Moon. Nonostante una legge antifumo tra le più severe al mondo, l'adesione alla Convenzione e le campagne di sensibilizzazione, nel nostro

Paese è di nuovo in aumento il numero dei fumatori italiani. È quanto emerso ieri dal Rapporto annuale sul fumo 2011 presentato all'Istituto

superiore di sanità (Iss). Secondo lo studio, firmato dalla dottoressa Roberta Pacifici dell'OssFad, Osservatorio fumo alcol e droga dell'

Iss, in collaborazione con la Lega italiana lotta tumori e l'Istituto Mario Negri sono 11,8 milioni gli amanti delle "bionde" con una

percentuale di cittadini del 22,7, sopra i 15 anni di età. Di questi, 6,5 milioni sono uomini, e 5,3 donne.
L'incremento, calcolato da un'indagine Doxa, è di circa 600mila unità rispetto alla rilevazione dell'anno precedente, probabilmente dovuto a

un "ritorno di fiamma" di ex fumatori di età compresa tra 25 e 64 anni. La quota di fumatori fino a 25 anni di età è difatti rimasta

invariata. A preoccupare gli esperti non sono solo i rischi per la salute (tumori al polmone, malattie cardiovascolari) derivanti dall'

assunzione delle circa 60 sostanze cancerogene contenute in una singola sigaretta. Come racconta a Terra Piergiorgio Zuccaro, direttore

dell'OssFad-Iss, da tenere sotto attento monitoraggio è anche la presenza di elementi radioattivi nelle sigarette. «Per la prima vota quest'

anno abbiamo voluto analizzare in laboratorio la radioattività di un pacchetto delle 10 marche più vendute in Italia.
Grazie agli esami condotti in un laboratorio dell'Università di Bologna in collaborazione con l'Enea, è stato rilevato piombo210 e polonio210

in ciascuno di essi praticamente nella stessa misura. Per comprenderci, il rischio biologico di chi fuma 20 di queste sigarette al giorno per

un anno è pari a quello di chi si sottopone nello stesso periodo a 25 radiografie al torace». Il polonio radioattivo è uno dei più potenti

agenti cancerogeni del fumo di tabacco. Un evento che può colpire anche i fumatori passivi: parte del polonio210 si diffonde nell'ambiente

circostante durante la combustione del tabacco. Secondo Zuccaro, «la radioattività si potrebbe azzerare quasi completamente eliminando,

oppure cambiando i fertilizzanti utilizzati nella coltivazione del tabacco. Ad esempio ricorrendo a fertilizzanti organici, come l'ammonio

fosfato al posto di calcio fosfato». Ma, se decidere di smettere di fumare è una scelta individuale, in questo caso, occorre una spinta

normativa che deve arrivare dallo Stato.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)